Beffa nel paese natale del segretario del Pd, Pier Luigi Bersani. La sua Bettola gli volta le spalle e al Senato fa vincere la coalizione di centrodestra con il 41,49%. Ha dell’incredibile il dato, se si pensa che alle scorse primarie, nella volata finale contro lo sfidante Matteo Renzi, il paese dell’alta Val Nure aveva tributato al concittadino un risultato “bulgaro” con 222 preferenze rispetto alle 35 conquistate dal sindaco di Firenze.
Ora però, nonostante Bersani sia partito per ben due volte per la campagna elettorale dal distributore di benzina di famiglia e poi da piazza Cristoforo Colombo (dove al primo comizio lo soprannominarono “la pecora rossa”), i bettolesi hanno scelto di non concedergli la stessa fiducia, affidandosi alla coalizione guidata da Silvio Berlusconi. I dati definitivi dicono che a Bettola, il “feudo” di Bersani, ad imporsi è la coalizione di centrodestra con il 41,49% al Senato e alla Camera. Il Pd ottiene il 32,66% al Senato e il 31,65% alla Camera.
“Lo spumante rimane in cantina”, il commento che ricorre nella sede provinciale del Partito Democratico a Piacenza (infatti i militanti alla fine hanno pasteggiato a sanguinella e patatine). Qui è andata in scena una vera e propria tragicommedia, con l’euforia iniziale per gli exit poll che si è tramutata in cocente delusione. “C’è preoccupazione per il futuro di questo paese”, ha detto il segretario locale, Vittorio Silva, “il Movimento 5 Stelle ha eroso anche il nostro elettorato”. Ma neppure lui ha potuto nascondere l’exploit del Popolo della Libertà, che anche nel Piacentino si è fatto sentire: “C’è un risultato importante del Pdl, che era inatteso. Penso che abbia inciso la campagna elettorale che ha confuso le idee agli italiani”.
Il segretario Pierluigi Bersani ha scelto, seguendo lo scrutinio nella sua casa di Roma, di non rilasciare dichiarazioni. I cronisti presenti raccontano di un clima molto pesante e di un certo nervosismo per un risultato che delinea un quadro politico di grande instabilità.
di Gian Marco Aimi