La multinazionale colpita dallo scandalo dopo che gli ispettori della Repubblica Ceca hanno trovato tracce di carne equina in alcune confezioni di cibo surgelato. Ritirato il prodotto in 14 paesi. Solo qualche giorno fa il ragù di lasagne prodotte a Bologna è risultato positivo ai test
Carne di cavallo nelle polpette Ikea. Anche il colosso svedese è finito nell’occhio del ciclone dello scandalo che ha coinvolto il Regno Unito. Gli ispettori della Repubblica Ceca infatti hanno trovato carne di cavallo nelle polpette preparate in Svezia per il gruppo Ikea. E per ora sono state bloccate le vendite in 14 paesi europei: Italia, Svezia, Belgio, Slovacchia, Repubblica Ceca, Ungheria, Francia, Gran Bretagna, Portogallo, Olanda, Spagna, Cipro, Grecia, Irlanda. I carabinieri del Nas sono intervenuti per verificare se anche nel nostro Paese le famose “koettbullar” contengono carne equina e stanno effettuando controlli e verifiche nella sede italiana a Milano. E a Verona, in un supermercato, è stata trovata carne di cavallo in un campione di “Lasagne all’Emiliana”. Si tratta del lotto n. 10213 con scadenza il 30 marzo, prodotte e confezionate dalla ditta Eurochef Italia s.r.l. di Sommacampagna (VR).
Secondo quanto riferito dall’agenzia ceca Ctk, i servizi veterinari hanno segnalato la scoperta all’Agenzia europea per l’allerta sui cibi. Gli ispettori hanno prelevato dei campioni dalle polpette dell’Ikea di Brno. I prodotti testati non erano ancora stati messi in vendita al pubblico. Il gruppo Ikea ha risposto che le polpettine erano state preparate da un unico fornitore svedese e ha precisato che i suoi “controlli interni non hanno rivelato alcuna traccia di carne di cavallo”, ma a causa di “preoccupazioni tra i consumatori” ha deciso di bloccarne la vendita. Il portavoce del gruppo in Repubblica Ceca, Petr Chadraba, invece, ha fatto sapere che le polpette ritirate fanno parte di una partita che è stata distribuita anche in Gran Bretagna, Portogallo, Paesi Bassi e Belgio.
Nel frattempo Ikea Italia ha diffuso una nota in cui spiega che “i 12 campioni testati finora e provenienti da diversi lotti di polpette non hanno mostrato tracce di carne equina. Oltre a ciò stiamo avviando ulteriori test sullo stesso lotto di produzione sul quale le autorità della Repubblica Ceca hanno individuato l’esistenza di carne di cavallo, un campione è stato già prelevato in Italia ed entro domani sera avremo i risultati dell’indagine”.
Per quanto riguarda le lasagne del supermercato veneto, l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Lombardia e dell’Emilia Romagna – ha fatto sapere il ministero della Salute – ha comunicato la positività ai test per la presenza di carni equine, non dichiarate in etichetta, in un campione di lasagne fresche prelevate dal Nas di Padova, così come previsto dal piano di monitoraggio disposto dal ministero. La Eurochef Italia ha utilizzato carne in blocchi congelati da 20 kg della ditta S.A.V. srl di Sona (VR), sulla quale sono in corso verifiche.
Il ministro della Salute, Renato Balduzzi, rassicura: “Al momento non si riscontra alcun allarme per la salute. L’Italia conferma anche in questa occasione il primato della sicurezza alimentare a livello comunitario. I campioni prelevati fino sono praticamente ad oggi il doppio di quelli raccomandati dalla UE”.
Le notizie che coinvolgono il colosso svedese e l’azienda veronese arrivano a qualche giorno di distanza dai controlli effettuati su alcune confezioni di lasagne surgelate prodotte da una ditta di Bologna. Il ragù è risultato positivo al primo test e si è quindi provveduto, oltra al ritiro del prodotto, al sequestro di 6 tonnellate di macinato e di 2.400 confezioni di lasagne alla bolognese. Nei giorni precedenti erano finiti nel mirino del Nas anche i ravioli di brasato e i tortellini di carne marchio Buitoni nei quali erano state trovate tracce di dna non riconducibile a manzo pari all’1%, anche se dai controlli effettuati nello stabilimento Nestlé non risulta carne equina nei prodotti della multinazionale svizzera.
E ora la Coldiretti chiede che i controlli vengano immediatamente estesi anche ai punti di ristorazione in Italia. L’attività di controllo deve però essere accompagnata – sottolinea la Coldiretti – da interventi strutturali come l’obbligo di indicare in etichetta la provenienza di tutti gli alimenti dopo che lo scandalo della carne di cavallo ha evidenziato il grave ritardo della legislazione europea nel garantire trasparenza negli scambi commerciali e nel difendere i consumatori ed i produttori dal rischio di frodi ed inganni.