Ho assistito con raccapriccio e vergogna alla spropositata repressione operata dalle nostre forze dell’ordine contro le attiviste ucraine di Femen colpevoli di contestare Berlusconi a seno nudo. Riusciremo ad avere un giorno poliziotti e carabinieri di cui non vergognarci di fronte al mondo intero per l’inutile violenza e l’esasperato servilismo dei loro interventi? Occorre sperarlo, facendo affidamento sulla coscienza dei diritti interessati che molto spesso sono meglio di quanto appaiano purché siano messi in grado di esprimersi liberamente.

Se c’è qualcuno che dovrebbe essere denunciato per oscenità è proprio il signor B., simbolo vivente del peggior sessismo, colui che tutti noi maschi italiani dovremmo citare per danni in tribunale per la lesione evidente alla nostra immagine che si degrada a ogni esternazione ed atto del signor Bunga Bunga. Fino all’ultima davvero oscena pubblica offesa di una lavoratrice e madre – Angela Bruno – che giustamente ha protestato dichiarandosi “umiliata”.

Degno esponente di una società dove si consumano molti femminicidi, il Cavaliere è lo specchio di un Paese in cui le chiavi della morale pubblica sono ancora detenute dal Vaticano, nel quale si apre il verminaio di corruzione e perversione sessuale scoperchiato da ultimo dalle dimissioni di Papa Ratzinger. Il tutto genera da secoli una miscela di ipocrisia, violenza e discriminazione, giustamente denunciate da Lorella Zanardo. Una situazione che le recenti “modernizzazioni” hanno solo peggiorato, provocando solo l’espansione oltremisura della prostituzione di ogni tipo e di un profluvio di corpi e volti rifatti in omaggio alla tremenda estetica berlusconiana dominante.

Bisogna esprimere la solidarietà e congratularsi per il coraggio delle Femen, che fanno del loro corpo nudo uno strumento di lotta contro questa ipocrisia. E che, come le Pussy Riot, si battono contro ogni tipo di strapotere maschile.  Sarebbe bello se il prossimo Parlamento fosse definitivamente deberlusconizzato e le ex opposizioni si unissero per fare finalmente i conti col signor B., in modo tale che egli finalmente sia obbligato a pagare il suo debito nei confronti della giustizia, magari attraverso la confisca del suo enorme patrimonio come risarcimento di tutti i danni che ha arrecato alla nazione. 

Un sogno? Certamente sì, almeno fino a che il campo dell’alternativa politica sarà occupato da personaggi come Luciano Violante e simili che non si sono vergognati di dichiarare pubblicamente in sede parlamentare di aver portato l’acqua con le orecchie a Berlusconi, dandogli garanzie a suo tempo che non sarebbero state toccate le sue televisioni e vantandosi del fatto che durante il governo di centro-sinistra il fatturato di Mediaset era aumentato di venticinque volte. Come ha dichiarato Bill Emmott (non certo una comunista, ma persona seria e stimabile), ex direttore dell’Economist, intervistato da Sabina Guzzanti nel film “Viva Zapatero”, la forza di Berlusconi ha risieduto in tutti questi anni nella debolezza e nel discredito di quella opposizione che avrebbe dovuto contrastarlo.

Una situazione che in certa misura continua a durare nonostante l’attuale innegabile crisi finale del signor B. Tanto è vero che, ad esempio, è stata proprio la lottizzata Pd Giovanna Melandri unitamente all’inesistente ministro tecnico Ornaghi a censurare la proiezione del film “A gilfriend in a coma“, tratto dall’ultimo libro di Emmott e avente ad oggetto la possibile ripartenza dell’Italia dopo Berlusconi.

Ripartenza che, sia detto ben chiaramente, non sarà possibile senza stroncare i monopoli e le posizioni di potere, specie nel campo dell’informazione, di cui quest’ultimo immeritatamente gode. E che si saldano naturalmente con altri fenomeni deteriori che contraddistinguono il nostro Paese, quali evasione fiscale, compravendita di beni pubblici, corruzione e forte presenza della criminalità organizzata. Tutti settori che trovano nella politica loro precisi referenti.

Bisogna tuttavia sperare, nonostante lo zero assoluto espresso su questi come su altri temi dal Pd, che la rivolta morale delle donne dia oggi un colpo decisivo a questa repellente destra italiana. E che, esplosa finalmente l’indignazione anche elettorale del popolo italiano, continui poi in altre forme la necessaria lotta contro l’oscena partitocrazia e i finti tecnici che ci hanno malgovernato, infliggendo come sempre alle donne le più grandi sofferenze e i sacrifici più pesanti.

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