Non fu corruzione. L’ex terzino del Milan, Paolo Maldini, è stato assolto da questa accusa e da quella di accesso abusivo a sistema informatico. L’ex calciatore, difeso dall’avvocato Danilo Buongiorno, era a processo a Milano perché l’accusa sosteneva che avesse corrotto un funzionario dell’Agenzia delle entrate. Oggi è arrivata l’assoluzione. “Non sono stati tre anni e mezzo facili, ma ho sempre avuto fiducia nella giustizia, e questa è la giusta conclusione di un processo assurdo” ha dichiarato Maldini.

L’ex giocatore era stato rinviato a giudizio il 28 marzo del 2011. Nell’udienza preliminare erano imputate in totale 39 persone: dipendenti dell’Agenzia delle entrate e commercialisti che avrebbero aiutato decine di imprenditori e titolari di società ad aggirare i controlli fiscali o a ottenere trattamenti più favorevoli. Alcuni imputati avevano scelto il patteggiamento, altri il rito abbreviato , altri ancora quello ordinario, come Maldini. L’ex terzino del Milan, secondo le indagini coordinate dal pm Paola Pirotta, si sarebbe rivolto al funzionario dell’Agenzia delle Entrate Luciano Bressi, finito in carcere nell’inchiesta, per aggirare i controlli fiscali. Bressi aveva raggiunto un accordo con la Procura per patteggiare la pena, restituendo circa un milione di euro all’Agenzia delle Entrate. La Procura aveva sostenuto che fino al 23 giugno 2009 Maldini avrebbe corrotto Bressi offrendogli non solo “l’onorario per lo studio (circa 40 mila euro annui)”. In sede di udienza preliminare era stata archiviata invece l’accusa di corruzione contestata alla moglie dell’ex calciatore, Adriana Fossa come chiesto dal pm.

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