Prima gli instant poll consegnano la vittoria al centrosinistra, poi le proiezioni frenano regalando il Senato a Silvio Berlusconi. E alla fine i risultati reali (leggi la cronaca ora per ora) confermano un sostanziale pareggio tra la coalizione del Cavaliere e quella di Bersani al Senato e la vittoria di un soffio del centrosinistra alla Camera, dove però la legge elettorale garantisce un premio di maggioranza blindato, pari a 340 deputati su 630. Risultato: da un lato la quasi certa ingovernabilità e dall’altro la sconfitta (in parte inaspettata) del leader democratico, schiacciato dal successo del partito di Grillo e dalla rimonta (a forza di comparsata televisive) di Berlusconi. E ora per il capo del centrosinistra la smacchiatura del giaguaro diventa un incubo che potrebbe significare dimissioni. Destino comune per Nichi Vendola che al Senato strappa il 2,99%.

SENATO SENZA MAGGIORANZA
A palazzo Madama, il centrosinistra la spunta di un punto percentuale ritrovandosi, però, con meno poltrone del centrodestra. E così, a 60.424 seggi scrutinati su 60.431, Bersani-Vendola si attestano al 31,63%, con il centrodestra al 30,71%. Ma il premio di maggioranza garantito dal Porcellum complica il conteggio dei seggi. Le stime non definitive danno 119 seggi al centrosinistra, 110 al centrodestra, 56 al Movimento 5 Stelle e 19 a Scelta civica di Mario Monti, ma il calcolo definitivo potrà essere fatto soltanto a bocce ferme. 

I dati regione per regione restituiscono infatti un quadro ben diverso da quello disegnato dai sondaggi degli ultimi giorni. A partire dalla Sicilia, dove M5s si laurea primo partito, con il centrodestra  al 26,89%, mentre la lista di Bersani-Vendola fa segnare poco più del 18,58%. Nella decisiva Lombardia, Berlusconi e Lega veleggiano poco sotto al 40%, lasciando il centrosinistra al 27%. Niente da fare anche per la Campania che sulla carta doveva andare al centrosinistra. Anche qui vittoria del centrodestra. Risultato: per Bersani niente maggioranza in Senato. Di più: Berlusconi e Lega si portano a casa 125 seggi, mentre al centrosinistra ne vanno 118, 55 al Movimento cinque stelle e Monti 10.  I dati reali confermano anche un altro dato: la sconfitta di Nichi Vendola. E non solo perché Sel prende meno del 3%, ma anche perché a livello regionale la Puglia premia il centrodestra con il 34%, bocciando l’alleanza di Bersani. 

CENTROSINISTRA, A SCRUTINIO QUASI CHIUSO SUCCESSO RISICATO ALLA CAMERA
Il centrosinistra conquista la Camera di un soffio, meno dello 0,5% dei voti. Incerto fino all’ultimo il risultato. Il centrosinistra di Bersani è in vantaggio, ma di un soffio, sul centrodestra di Berlusconi. Con 61.441 sezioni scrutinate su 61.446, il centrosinistra è al 29,54%, il centrodestra è al 29,18. La differenza in termini assoluti è di 126mila voti. La vittoria a Montecitorio, data per scontata sin dall’inizio della campagna elettorale e che garantisce la maggioranza assoluta con il premio di maggioranza, non è ancora certa, anche se il Pd proclama la vittoria. 

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