La situazione di stallo cui è pervenuto il Parlamento eletto, principalmente a causa di un sistema elettorale antidemocratico, che perverte la volontà popolare, è estremamente pericolosa, data anche la situazione di crisi che vive il Paese.
Bisogna prendere atto di alcuni elementi emersi con forza dal responso elettorale. Uno, oggi più che mai la forza di Berlusconi deriva dalla debolezza di chi dovrebbe contrastarlo. Due, il popolo italiano è stufo di questo sistema partitocratico. In questo quadro l’affermazione del Movimento Cinque Stelle costituisce un aspetto estremamente positivo, che va potenziato e qualificato. Tre, bisogna, quindi, intensificare l’iniziativa per una reale alternativa.
La partita, infatti, è ancora aperta. Su tre terreni: Governo, Presidenza della Repubblica, democrazia di base.
Governo. La possibile via d’uscita di una grande coalizione che perpetui il governo Monti o qualcosa del genere, sarebbe una pessima soluzione, esasperando ulteriormente gli italiani che già sono stufi e saturi di questa situazione. Essa inoltre aprirebbe la strada alla svendita definitiva del patrimonio e dei servizi pubblici ai gruppi privati. L’unica strada che resta aperta è l’incarico a una personalità davvero al di sopra delle parti per attuare un programma di emergenza basato sui seguenti punti:
1. Attuazione del dettato costituzionale in tutti i suoi aspetti. Difesa e rilancio della Costituzione repubblicana.
2. Nuova legge elettorale basata sulla proporzionale, senza premi di maggioranza e senza soglie di sbarramento. Legge per la democrazia sindacale piena sul posto di lavoro, come richiesto dalla Fiom.
3. Rinegoziazione con l’Unione europea del fiscal compact e del debito pubblico. Risanamento della spesa pubblica bloccando quelle per sistemi d’arma e grandi opere e riducendo drasticamente consulenze e prebende varie nonché andando al dimezzamento immediato di tutte le indennità spettanti ai politici.
4. Abolizione dell’Imu e sua sostituzione con un’imposta patrimoniale che colpisca i settori a reddito più alto, riducendo una diseguaglianza sociale ed economica che nel nostro Paese ha raggiunto dimensioni preoccupanti, come riconosciuto perfino dall’Osce.
5. Salario garantito per i disoccupati e piano di intervento pubblico per creare nuova occupazione.
6. Difesa del patrimonio e dei servizi pubblici. Attuazione della volontà referendaria espressa dal popolo italiano nel giugno 2011.
7. Legge sul conflitto di interessi per rimuovere l’innaturale potere monopolistico di Berlusconi nel campo dell’informazione ed altri.
Penso che su un programma del genere si possano trovare ampie convergenze, escludendo ovviamente la destra becera di Berlusconi, che nel nostro Paese continua a proliferare come un cancro solo per colpa dell’afasia, indeterminazione e subalternità ideologica e culturale di Bersani e C.
Presidenza della Repubblica. Anche qui ci vuole una persona al di sopra delle parti. Anche e soprattutto su questo piano la difesa della Costituzione. Sarebbe bello avere come presidente una persona come Dario Fo, come proposto dal Movimento Cinque Stelle. Ma anche, in seconda battuta, giuristi come Stefano Rodotà o come Lorenza Carlassarre.
Terzo piano, quello decisivo. Costruire in ogni situazione locale comitati di cittadini e lavoratori per la Costituzione e la democrazia dal basso.
Su tutti questi temi e terreni i giuristi democratici si rendono disponibili come luogo di elaborazione e di incontro tra tutte le forze autenticamente democratiche.
Per finire, qualche considerazione su Rivoluzione Civile. Il fatto che non abbia raggiunto il quorum non mi sembra una buona ragione per non andare avanti. Facendo proprio il programma appena enunciato e andando su questo a un’interlocuzione con il Movimento Cinque Stelle e con il popolo italiano.
La lotta per liberarci di Berlusconi, a quanto pare, non è finita. E’ tuttavia sempre più chiaro che non potremo liberarci di Berlusconi se non ci libereremo al tempo stesso di Monti e di Bersani che gli hanno consentito di recuperare forza e consensi nell’ultimo anno e mezzo.