Duello febbrile durante la trasmissione Agorà, su Rai Tre, tra Andrea Scanzi e il deputato Pd Paola De Micheli. La gazzarra si innesca quando la politica piacentina illustra l’intento del suo partito: quello di aprire a ogni forza politica eletta alla Camera e al Senato per risolvere i problemi del Paese. Alla domanda reiterata del conduttore, Andrea Vianello, circa l’identità degli interlocutori del Pd, la De Micheli nicchia, ma poi ammette che potrebbero essere anche il Pdl e il Movimento 5 Stelle. “Mi fa sorridere che fino a un anno fa il M5S non era considerato da nessuno” – commenta Scanzi – “e ora, da destra e da sinistra, son tutti a fare la corsa per piacere al movimento di Grillo. E’ difficile immaginare i 5 Stelle che cerchino di aiutare un partito come il Pd che fino a ieri lo ha definito ‘fascista’, ‘vicino a Casapound’, ‘antidemocratico’. Però è plausibile” – continua -“che ci sia un dialogo, a patto che vengano fatte la legge elettorale, propugnata nel V-Day sei anni fa, la legge sul conflitto d’interessi, che la sinistra si è guardata bene dal fare in venti anni, e una legge seria contro la corruzione“. Il giornalista del Fatto Quotidiano, quindi, chiede: “Questo fenomenale centrosinistra, che è riuscito a perdere da solo e che perderebbe da solo se giocasse alla playstation perchè vincerebbe la playstation, sarà in grado di fare queste tre leggi?”. L’esponente del Pd reagisce duramente e replica: “Quelli che non ci mettono mai la faccia emettono sempre questi giudizi”. E accusa “gli osservatori” di non aver mai fatto distinguo, il che, secondo il deputato Pd, “ha contribuito a questa situazione di ingovernabilità”

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