L'ex candidato a sindaco di Bologna usa il sarcasmo per spiegare i sorprendenti risultati delle Politiche 2013: "Gli italiani preferiscono le riforme personali piuttosto che quelle strutturali: ad esempio il diritto alla barca e alle cene pagate"
Alla fine, a urne chiuse, per chi ha votato lo dice senza remore: Partito democratico solo al Senato mentre alla Camera ha preferito la lista Monti. ”L’ho fatto non solo per la presenza di Sandra Zampa tra i candidati deputati dell’Emilia Romagna, ma anche di persone come l’ex segretario cittadino Andrea De Maria. Politici che non mi sembrava davvero il caso di votare”. Il politologo Gianfranco Pasquino, già docente all’università di Bologna e oggi professore alla Johns Hopkins University, non si rimangia i termini che avevano fatto riesplodere la polemica con l’ex giornalista divenuta portavoce di Romano Prodi. Ma va oltre e osserva l’andamento del voto del 24 e del 25 febbraio 2013 con sarcasmo. Quel sarcasmo che, a fronte del rischio ingovernabilità, gli fa dire che ”questo Paese non deve essere governato, deve essere lasciato libero”.
Lasciandolo libero, però, come si fa ad attuare le riforme strutturali di cui i politici parlano in continuazione?
”Il Paese non le vuole le riforme strutturali, vuole le riforme personali, quelle che premiano le singole individualità”.
Come uno stipendio, la pensione o il diritto alla casa?
”Direi piuttosto il diritto al mare, alla barca, a una vita agiata e a cene pagate. Sarà mica solo un privilegio di Roberto Formigoni? Ogni tanto ne avrebbe diritto anche il cittadino comune come ognuno di noi”.
Insomma ha ragione chi dice che ha premiato la politica elettorale berlusconiana, regalare sogni come la restituzione dei soldi dell’Imu?
”Quello è stato un colpo grossissimo. Dopodiché l’altra cosa che mi ricordo sempre e che non viene mai scritta è che Silvio Berlusconi è uno che sa fare molto bene le campagne elettorali divertendosi tantissimo. Da questo punto di vista è un trascinatore. I contenuti in un certo senso sono secondari, ma non dimentichiamoci che c’è un elettorato consistente di centrodestra inattaccabile per il centrosinistra. Mai lo ha raggiunto e sembra che continuerà così. Si pensi a quando si è presentato uno come il rottamatore del Pd Matteo Renzi, che qualche possibilità ce l’avrebbe forse avuta: dal partito ha ricevuto solo accuse. Così facendo il centrosinistra si dà la zappa sui piedi. E da questo punto di vista la sconfitta del Pd non è nei confronti di Berlusconi, ma di Grillo”.
Che ruolo ha avuto Grillo?
”Ha portato via almeno un terzo dell’elettorato al centrosinistra. Il che si traduce in una indubbia vittoria di Beppe Grillo”.
Al Pd cos’altro è mancato?
”Probabilmente gli è mancata quella capacità di fare campagna elettorale in maniera un po’ originale, un po’ innovativa, perché è inutile definirsi semplicemente il capo di un collettivo. Il capo di un collettivo bisogna pur che ce l’abbia qualche idea in più, qualcosa di motivante, rispetto ai concorrenti. Questo non si è visto nel Pd, che invece ha esibito una sicumera controproducente alla prova dei fatti”.
Invece il grande centro che con Monti doveva prendersi un posto in parlamento esiste o no?
”Quella del grande centro è una favola che ci raccontano, ma non esiste per niente. Dopodiché Mario Monti ha fatto una pessima campagna elettorale. Va detto perché anche nel suo caso è mancata del tutto la capacità di diffondere idee in modo convincente e attraente. Può darsi che convincenti le sue idee non lo fossero di base”.
Si può dire invece, come hanno fatto alcuni commentatori, che il cosiddetto ”terzo polo” è il Movimento 5 Stelle, per quanto in forma del tutto inaspettata rispetto a com’era stato descritto, affatto centrista e moderato?
”Da questo punto di vista sarà interessante vedere dove vanno a sedersi in parlamento gli eletti del M5S, in quale luogo del parlamento si metteranno. Questo sarà un messaggio fisico e visivo che può spiegare molto di più di tanti discorsi. Detto questo, il movimento di Grillo non è il terzo polo, è un polo che non si colloca in mezzo tra centrodestra e centrosinistra”.
Commentando i risultati elettorali, si è parlato dei partiti anti europeisti. Lei è d’accordo?
”Non c’è dubbio che sia così. Berlusconi europeista non lo è e certamente Grillo ha fatto battute contro l’euro e contro l’Unione europea molto gravi. Se mai queste affermazioni fossero tramutate in realtà in parlamento sarebbe un disastro”.