Piera Scagnelli, maestra di scuola elementare, scrive solo due parole: “Obiettivo raggiunto”. È la coordinatrice del circolo Pdl di Bettola, il paese di Pier Luigi Bersani, e ha voluto far sapere al suo presidente che anche lì, nella patria del segretario democratico, la missione era compiuta. Basta leggere i commenti sulla pagina Facebook di Berlusconi o le discussioni sui forum di Forzasilvio.it per incontrare i pidiellini più mansueti che si siano mai visti.
Potere del pareggio, che trasforma il centrodestra in una forza determinante. Hanno perso sei milioni di voti negli ultimi cinque anni, eppure possono sedersi con diritto di parola al tavolo dei non-vincitori. Occasione insperata e irripetibile: il governissimo, per loro, è la scialuppa di salvataggio che li riporterà al governo. Per questo hanno preso in parola i precetti che Berlusconi ha dispensato appena sveglio, a La Telefonata su Canale 5: “Tutti devono riflettere per il bene dell’Italia e questa riflessione richiede qualche tempo”. C’è da aspettare. Poi anche gli altri capiranno che bisognerà “acconciarsi a fare qualche sacrificio” perché “l’Italia non merita di non essere governata”.
Il piano è piuttosto semplice. Lasciare Bersani a dare le carte, “capire cosa vuole fare”. Il segretario Pd, per la verità, ieri lo ha lasciato intendere: “Nessun balletto, il Pdl si riposasse”, ha risposto a chi gli chiedeva se fosse pronto alla grande coalizione. Eppure tra i fedelissimi di Berlusconi c’è chi parla apertamente di “tattica”: Gaetano Quagliariello è convinto, per esempio, che Bersani sappia benissimo che “l’offerta istituzionale da parte della coalizione vincitrice in un ramo del Parlamento dovrebbe essere rivolta alla coalizione con la quale l’assegnazione del premio è stata contesa”.
TRADOTTO, che il Pd, prima di pensare all’alleanza con Grillo, deve rivolgersi al Pdl, lontano solo di qualche migliaia di voto. La tattica, insinua Quagliariello, sta nella “considerazione politica”: come possono i democratici guardare da subito al centrodestra, senza farsi prima dire no da Grillo? “Vediamo se i grillini vogliono collaborare con il Pd – dice il segretario Pdl Angelino Alfano – Facciano pure e vediamo dove porteranno il Paese. È così, tra una dichiarazione e l’altra, che il segretario Pdl Angelino Alfano fa sapere quali sono i punti su cui trattare: meno tasse, più lavoro, riduzione del numero e degli stipendi dei parlamentari, eliminazione del finanziamento pubblico ai partiti. Molto grilline , come tutte le proposte che il centrodestra ha sfoggiato nelle ultime settimane. Tutto è ancora per aria. Di certo, c’è solo che nel Pdl non hanno “voglia di sangue” né tantomeno intenzione di tornare a votare presto. “Se hanno voglia di guerra ci regoleremo – dicono da via dell’Umiltà – per ora da parte nostra c’è la massima responsabilità”. Denis Verdini manda il suo messaggio: “Serve un pizzico di umiltà: di fronte al risultato elettorale bisogna far cadere ogni pregiudiziale”.
Da Il Fatto Quotidiano del 27 febbraio 2013