Devo ammettere che come contadino lascerei molto a desiderare.
Ho confuso addirittura il tempo della semina con quello del raccolto.
Certo, avevo lungamente e pazientemente dissodato il terreno e cercato con tante energie di estirpare tutte le erbacce che avrebbero potuto nuocere ai giovani virgulti.
Avevo curato i semi con attenzione e annaffiato con tanto amore.
Ma forse ho sbagliato i tempi, non ho saputo riconoscere e rispettare le stagioni.
Credevo fosse giunto il momento di raccogliere qualcosa, invece mi rendo conto ora che c’è ancora tanto, tantissimo da lavorare nella semina…
Pazienza. Così è la natura. Inutile prendersela con la terra o con il cielo.
O con i parassiti che distruggono le piante, che pure ci sono, eccome se ci sono!
Bisogna semplicemente rimboccarsi le maniche e continuare a lavorarla questa nostra maledetta amata terra.
Con amore, con passione, con tenacia. E con fiducia, nonostante tutto.
Come del resto ho sempre fatto -e con grande piacere- investendo in cultura, formazione e informazione.
Saranno i nostri figli, un giorno, a raccoglierne i frutti.
Non intendo però cercare scorciatoie, iniziando ad usare pesticidi o Ogm per inseguire il mercato.
Lascio ad altri il business. Io avrò cura del mio fazzoletto di terra, come un padre dei propri figli.
Questo mi basta, questo mi è stato affidato, questo continuerò a fare.
Dopo ogni tramonto arriva sempre un’alba.