In Europa le donne devono lavorare 59 giorni in più per guadagnare quanto un uomo. E’ quanto emerge da un rapporto presentato oggi dalla Commissione europea, alla vigilia della terza edizione della “Giornata europea per la parità retributiva“, che cade il 28 febbraio. Le ultime cifre rese note dalla Commissione parlano chiaro: il divario retributivo di genere, cioè la differenza media tra la retribuzione oraria di uomini e donne nell’Unione europea, è ancora del 16,2% (il dato è del 2010), in lieve calo rispetto al 17% e oltre degli anni precedenti. In Italia il divario è molto meno accentuato: la differenza salariale è infatti del 5,3%.

“La giornata europea per la parità retributiva serve a ricordarci le disparità di condizioni retributive che ancor oggi le donne subiscono sul mercato del lavoro. Anche se negli ultimi anni il divario si è ridotto, non c’è da rallegrarsi – ha commentato la commissaria alla Giustizia, Viviane Reding – Le disparità continuano a essere considerevoli e il lieve livellamento cui assistiamo è in buona parte dovuto al fatto che gli uomini guadagnano di meno e non a un miglioramento delle condizioni salariali delle donne”

La tendenza al ribasso è riconducibile all’impatto della recessione economica che è stato più aspro nei settori a prevalente manodopera maschile (edilizia, ingegneria), nei quali i salari sono diminuiti in misura maggiore. Pertanto, questo lieve livellamento non è imputabile in generale ad aumenti della retribuzione femminile o a un miglioramento delle condizioni di lavoro delle donne. Parallelamente, negli ultimi anni è salita la percentuale di uomini che lavorano part-time o a condizioni salariali meno favorevoli. In questo contesto, Bruxelles si è impegnata sostenere i datori di lavoro impegnati a ridurre il gap retributivo di genere: il progetto “Equality pays off” (“L’uguaglianza paga”) intende sensibilizzare le imprese ai vantaggi economici che possono venire dall’uguaglianza e dalla parità di retribuzione tra i sessi. Dati i cambiamenti demografici e la crescente carenza di manodopera specializzata, l’iniziativa intende agevolare l’accesso delle imprese al potenziale della forza lavoro femminile, ad esempio attraverso attività di formazione, eventi e strumenti che consentano di ridurre il divario retributivo. Il progetto intende anche contribuire a raggiungere l’obiettivo della “Strategia Europa 2020” di portare il tasso di occupazione al 75%, obiettivo che, in assenza di una più ampia partecipazione delle donne al mercato del lavoro, non potrà essere realizzato.

Community - Condividi gli articoli ed ottieni crediti
Articolo Precedente

Elezioni politiche, chi sono le Femen che hanno contestato Berlusconi

next
Articolo Successivo

Roma, partorisce e getta il bambino in un cassonetto: arrestata

next