Il miglior disco indie italiano degli ultimi vent’anni lo hanno scritto loro. Hai paura del buio degli Afterhours è stato scelto come l’album indipendente più importante prodotto in Italia dal 1993 ad oggi: a decretarlo una giuria di giornalisti chiamata a raccolta dal MEI in collaborazione con Il Mucchio, tramite un referendum indetto su duecento titoli.
Un giudizio che si immagina facilmente condiviso dai fan di Manuel Agnelli e band, che non accetterebbero mai un concerto che non si concluda con un bis sulle note di Voglio una pelle splendida o Male di miele. Soprattutto se si tratta di Bologna, soprattutto se si tratta del concerto all’Estragon. Sabato 2 marzo si replica con il Club Tour 2013 (Estragon Club, via Stalingrado 83), si prevede al solito il tutto esaurito e quell’atmosfera di ritualità familiare che sempre accompagna i live bolognesi della band.
“Il momento di festa, uno dei seratoni dell’anno” come ci confidò il bassista Roberto Dellera in un’intervista di qualche mese fa sul Fatto Quotidiano Emilia Romagna. E anche il nuovo album Padania, uscito lo scorso anno, è, unico album italiano, in lizza per aggiudicarsi il premio, stavolta europeo, di Album Indipendente Europeo dell’anno, organizzato da Impala, associazione che raccoglie gli operatori europei della musica indipendente ispirandosi all’americano Mercury Prize.
Concept album, Padania che ruota attorno al tema della spersonalizzazione e dell’individualismo, della frenesia da carriera, della velocità che allontana dal proprio centro, e che porta con sé un senso di sgretolamento e perdita di equilibrio, assieme all’impossibilità di tenere tutto sotto controllo nella geometria imperfetta delle proprie esistenze: la tempesta è in arrivo/quel che credevi raccolto/arriva il vento a strapparlo/non puoi più decidere/cosa sarai recita il brano La tempesta è in arrivo, compendio perfetto del mood dell’intero album.
E se la riflessione sul presente forse penalizza la poesia e allontana la band dalle intuizioni musicali e liriche più felici degli album precedenti, essa diventa segnale esplicito (anche nella grafica della copertina, con quel paesaggio spettrale e spoglio di un cancello aperto sul nulla e inghiottito dalla onnipervasiva nebbia padana) di un necessario ripiegamento, di un’inevitabile immersione nella melma del presente, di un grido da sommersi che non rinunciano ad una possibile salvezza. Una tendenza, quella della riflessione sul presente, inaugurata con Il paese è reale, il brano portato a Sanremo nel 2009 e confluito poi nell’omonimo album collettivo. C’è che storse il naso, pure allora, ma Manuel Agnelli non è tipo da accondiscendere troppo alle aspettative. Anche se, siamo sicuri, non potrà esimersi, a Bologna, dagli attesissimi evergreen che faranno esplodere il tendone sul finale.
Tutte le informazioni su orari e biglietti al sito www.estragon.it.