E’ tornato “Peppe ‘o cric”. Figura che a Napoli, i più anziani ricorderanno, evoca gli anni del dopoguerra dove povertà e macerie, fame e carestia contribuirono a trasformare anche le persone più “oneste” in criminali.
Ora, siamo in tempo di pace, non ci sono i carri armati in strada e gli arei non sganciano bombe sulle città, ma la crisi economica è la stessa: morde e la povertà non fa ragionare. Sono effetti collaterali paragonabili a quelli di un conflitto bellico. Napoli nel bene e nel male è una cartina di tornasole. Un laboratorio di tendenze dove i corsi e ricorsi storici qui subiscono una repentina accelerazione di più di altre latitudini e longitudini. Da un passato che sembra davvero non voler passare è riemerso “Peppe ‘o cric”.
Negli anni ’60 a Napoli era famoso un mastodontico e forzuto ladro di pneumatici conosciuto in gergo col nomignolo appunto di “Peppe ò cric” perché riusciva a sollevare il lato di una macchina e farla poggiare sui “pezzotti” dal complice e sfilare le quattro gomme. Il caleidoscopio del tempo ce lo ha rimandato e si è materializzato nelle strade partenopee. Ne sanno qualcosa i tanti automobilisti che – specialmente di notte – si vedono l’auto depredata delle quattro ruote e poggiata su mattoni cotti o su di una grossa pietra di tufo. Senza parole. Non sono immagini in bianco e nero ma a colori. Segnalazioni giungono di continuo ai centralini del “113” come del “112” ma sembra che i furti in realtà ne siano molti di più.
Nella maggior parte dei casi i napoletani non sporgono denuncia – sono abituati a ben altri furti – lo giudicano un danno fastidioso ma rimediabile. Allora accade che una volta trovati i bulloni a terra, l’auto poggiata sulle pietre e senza gomme, svolte le “normali” imprecazione, attribuite le “solite” colpe “istituzionali”, contemplata la sfortuna di essere nati a Napoli, autoconvintisi che è tempo di lasciare la città, ci si attacca al cellulare e si dà il via alla catena di Sant’Antonio convincendo nel pieno della notte parenti e amici a cedere la propria ruota di scorta.
“Apparati” i quattro pneumatici, qualche ora dopo il fattaccio: la prima tappa obbligatoria è dal gommista (monterà anche un bullone di sicurezza) mentre le successive sono per la riconsegna – porta a porta- dei pneumatici presi o meglio estorti in prestito. E’ consigliabile nessun commento. Meglio fischiettare. “Peppe ‘o cric” è tornato per colpa dello spread. E pensare che il grande Eduardo De Filippo in “Napoli milionaria” già stava raccontando il nostro tempo prima del nostro tempo compreso “Peppe ‘o cric”. Come dice Don Gennaro: “In mezzo all’imbroglio di una guerra, la delinquenza viene a galla”, ma è anche vero che prima o poi “Addà passà ‘a nuttata”.