L'ex procuratore aggiunto di Palermo non sa se indosserà ancora la toga o continuerà a essere il leader di Rivoluzione civile, ma ha le idee chiare sul suo movimento: "Non ci fermiamo, andremo avanti, sul territorio e tra la gente, continuerà il percorso iniziato al fianco dei cittadini"
L’aspettativa elettorale concessa dal Consiglio superiore della magistratura ad Antonio Ingroia per permettergli di partecipare alle elezioni come candidato premier di Rivoluzione civile, scadrà il prossimo 11 marzo. Il magistrato dovrà decidere se riprendere la toga o continuare la sua carriera politica. “Per quella data comunicherò la mia decisione personale – ha spiegato l’ex procuratore di Palermo – ma quello che conta è il destino di Rivoluzione civile, più importante del mio”.
E se non si sa ancora cosa Ingroia deciderà di fare, le sue idee sul futuro del partito sembrano chiare: “Io sono concentrato su Rivoluzione civile, ben consapevole che il destino del movimento si lega al mio – ha proseguito – Su quel simbolo votato da circa 800mila cittadini c’è il mio nome e sento la responsabilità di portare avanti una proposta che rappresenta una parte importante di elettorato, che non si riconosce nella politica degli inciuci, nella protesta urlata e che restano disgustati dal risultato elettorale”. E ha concluso: “Due mesi non sono bastati per superare la soglia prevista dal Porcellum, ma non ci fermiamo. Rivoluzione Civile andrà avanti, sul territorio e tra la gente, continuerà con più forza il percorso iniziato al fianco dei cittadini e della società civile, per cambiare il Paese dalle fondamenta, a cominciare dai prossimi appuntamenti elettorali”.