Secondo i magistrati reggiani la contestata promessa elettorale del Cavaliere durante la campagna elettorale è reato. L'inchiesta si basa sulla violazione dell'articolo 96 del testo unico delle leggi elettorali
Silvio Berlusconi iscritto nel registro degli indagati dalla Procura di Reggio Emilia per voto di scambio. A due giorni dagli esiti del voto, il Cavaliere incappa nell’ennesimo atto della magistratura per la galeotta lettera sul rimborso dell’Imu che ha fatto gridare allo scandalo, ma che di certo gli ha permesso di guadagnare parecchi voti nell’urna.
Come riporta il Resto del Carlino, al centro delle accuse mosse dal procuratore capo di Reggio Emilia c’è proprio quel ‘voto di scambio’ che sarebbe contenuto nella lettera arrivata in campagna elettorale in cui il leader del Pdl prometteva il rimborso dell’Imu 2012 sulla prima casa e su terreni e fabbricati agricoli (già versata) in caso di vittoria.
Una cifra che solo nella provincia di Reggio Emilia corrisponderebbe a qualcosa come 40milioni di euro. Per questo, dopo due esposti firmati da altrettanti cittadini reggiani, il caso è finito nel registro generale delle notizie di reato (modello 21). Con, a fianco, il nome e il cognome dell’uomo che quell’impegno lo ha firmato: Silvio Berlusconi.
Il pm Grandinetti ha deciso di procedere con l’inchiesta, contestando al fondatore del Pdl la violazione dell’articolo 96 del testo unico delle leggi elettorali: ‘voto di scambio’.
Altri reclami erano comunque giunti presso altre procure: a Modena, e a Roma, dove i magistrati avevano aperto un fascicolo intestato atti relativi a (privo quindi di ipotesi di reato e di indagati), prendendo spunto dalle parole del candidato Rivoluzione civile, Gianfranco Mascia. Per l’esponente del partito di Ingroia oltre all’ipotesi di voto di scambio, potevano essere contestati anche truffa e violazione dell’articolo 97 della legge elettorale.
Gli avvocati del Pdl reggiano non hanno atteso molto ad intervenire: “Prendiamo atto della velocità della Procura quando si tratta di alcune tematiche, a poche ore dalle elezioni”, ha spiegato Claudio Bassi, penalista e consigliere comunale, “mentre ci sono almeno altre 15 istanze da noi presentate a cui non è ancora stata data risposta e che rischiano di andare in prescrizione”.
“Mi sembra un’inchiesta totalmente campata in aria e giuridicamente insostenibile”, ha aggiunto l’avvocato Liborio Cataliotti, “E lo direi anche se riguardasse la parte avversa. Si tratta di promesse elettorali; allora in questa ottica ogni candidato dovrebbe essere iscritto nel registro degli indagati? Era una lettera per nulla equivoca, chiara e tutt’altro che ingannevole».