Il numero di disoccupati a gennaio sfiora i 3 milioni. Lo rileva l’Istat, precisando che con un aumento di 110mila unità (+3,8%) su dicembre si è arrivati 2 milioni 999mila. Su base annua la crescita è di oltre mezzo milione di disoccupati (+22,7%, +554 mila unità). Il tasso è così salito all’11,7%, il più alto dall’inizio delle serie mensili (gennaio 2004) e dall’avvio di quelle trimestrali, ovvero dal quarto trimestre 1992.
Non va meglio sul fronte della disoccupazione giovanile (15-24anni) che è salita al 38,7%, il massimo dall’inizio delle serie storiche dell’Istat sia mensili (gennaio 2004) che trimestrali, ovvero dal quarto trimestre del 1992. L’Italia è così il Paese più colpito del fenomeno in Europa dopo la Spagna, dove la disoccupazione giovanile ha raggiunto il 55,5 per cento: secondo Eurostat in Italia un anno fa (gennaio 2012) il dato era al 32,3%, in Spagna al 50,2 per cento.
Sempre secondo Eurostat, a gennaio nell’eurozona si è registrato un tasso di disoccupati dell’11,9%, in aumento rispetto all’11,8% di dicembre, mentre nell’Ue a 27 è salita al 10,8%, contro il 10,7%. Un anno fa, la disoccupazione era rispettivamente al 10,8% ed al 10,1%. L’Ufficio statistico dell’Ue stima che a gennaio fossero senza lavoro 26milioni 217mila uomini e donne nell’Ue a 27, di cui 18 milioni 998mila nell’area euro. Rispetto a dicembre, il numero dei disoccupati è cresciuto di 220mila unità nell’Ue a 27 e di 201mila nell’eurozona. Tra i Paesi membri, il tasso di disoccupazione più basso è stato registrato in Austria (4,9%), Germania e Lussemburgo (5,3%) e Olanda (6%), mentre quello più alto in Grecia (27%, il dato risale a novembre 2012), Spagna (26,2%) e Portogallo (17,6%).
Tornando all’Italia, nella media del 2012 il tasso di disoccupazione è risultato pari al 10,7%, in aumento rispetto all’8,4% del 2011. Si tratta del livello più alto dal 1993, primo anno confrontabile delle serie storiche. Al Sud il tasso arriva al 17,2 per cento. Nel 2012 il numero dei precari ha toccato i massimi, con 2 milioni e 375.000 contratti a termine e 433.000 collaboratori: si tratta di 2,8 milioni di lavoratori senza posto fisso. Il livello di dipendenti a termine è il più alto dal 1993 e quello dei collaboratori dal 2004, cioè dall’inizio delle serie storiche relative.