Le associazioni di tutela del risparmio si stanno costituendo parte civile. Obiettivo: arrivare al risarcimento del danno che intendono misurare con la perdita di valore del titolo in Borsa dall'acquisizione di Antonveneta a oggi (-95 per cento)
Mentre la magistratura fa il suo corso e perfino il consiglio di amministrazione della banca si è deciso a promuovere un’azione di responsabilità contro la gestione Mussari, i piccoli soci e obbligazionisti del Monte dei Paschi di Siena non se ne stanno certo con le mani in mano. L’obiettivo è di tentare di recuperare almeno parte del risparmio investito nella banca senese prima della fallimentare acquisizione di Antonveneta, avvenuta nel novembre 2007 alla cifra di 10,3 miliardi di euro. E così, come accadde tempo fa per i casi Parmalat, Cirio e bond argentini, (i cosiddetti Tango Bond), le associazioni di tutela del risparmio si stanno costituendo parte civile nel processo penale che si terrà a Siena per verificare le responsabilità degli ex amministratori di Rocca Salimbeni. Per arrivare al risarcimento del danno che intendono misurare con la perdita di valore del titolo in Borsa dall’epoca dei fatti fino ai giorni nostri (-95 per cento).
Detto in altri termini, si tratta in teoria di una richiesta di risarcimento che si aggira attorno ai 4 euro per ogni titolo detenuto, dal momento che quando venne acquistata Antonveneta ogni azione del Monte dei Paschi di Siena valeva circa 4,18 euro contro gli attuali 22 centesimi. ”Naturalmente – sottolineano dall’Adusbef, Associazione difesa consumatori ed utenti bancari – è necessario che venga provata l’influenza sul mercato di eventuali condotte fraudolente”. Gli obbligazionisti, in questa fase, sono meno esposti perché per loro il danno non emerge immediatamente. Almeno finché la banca continua a pagare gli interessi sulle emissioni e il contrario non è in vista.
Al momento gli attori in campo che offrono la propria assistenza ai piccoli soci di Rocca Salimbeni sono sostanzialmente tre con diverse formule di contribuzione. In tutti i casi è comunque necessario comunicare il dettaglio relativo ai titoli detenuti. L’Adusbef , ad esempio, sta raccogliendo le domande sia di soci che di obbligazionisti per partecipare alla diffida contro Mps, Bankitalia e Consob presso le Procure di Trani e Siena e costituirsi parte civile. Per aderire all’Associazione è necessario pagare la quota annuale di 25 euro. Una cifra che comprende anche l’assistenza legale successiva per la richiesta di risarcimento del danno.
L’iniziativa della Confconsumatori è invece riservata per ora solo agli azionisti, ma qualora se ne verifichino le condizioni sarà aperta anche ai titolari di obbligazioni. Anche in questo caso è prevista la quota associativa, 40 euro, che dà diritto ad un primo screening legale aprendo la strada alla richiesta di risarcimento nel processo penale (previa verifica di reati eventualmente commessi da management della banca), oltre che ad un’analisi per appurare se è possibile instaurare anche un giudizio civile contro l’istituto di credito venditore dei titoli Mps. Per la consulenza legale successiva ci sono poi delle convenzioni con studi legali, ”ma le cifre da pagare sono molto contenute”, sostengono dalla Confconsumatori ricordando che per partecipare ai processi Parmalat la somma pagata da ogni partecipante ai legali si aggirava attorno al centinaio di euro. L’associazione, che prima delle elezioni ha proposto ai candidati premier la costituzione di una Procura speciale per i reati finanziari, ha già avuto un primo incontro a Siena con alcuni iscritti.
Anche il Sindacato Italiano per la Tutela dell’investimento e del risparmio di Milano (SITI) ha attivato una propria iniziativa collettiva di tutela, tesa alla costituzione di parte civile nel procedimento penale per il risarcimento del danno subito dagli azionisti di Mps. Anche in questo caso l’adesione all’iniziativa diretta contro chi ha danneggiato la banca, previa verifica da parte della magistratura, richiede l’iscrizione all’associazione con un’unica quota associativa ”valida sino a transazione o sentenza” in rapporto all’importo investito dal socio di Mps: si va da un minimo di 65,95 euro fino al tetto di 2.500 euro di controvalore dei titoli per arrivare alla quota massima di 258,23 euro per un investimento superiore ai 30mila euro. A questo bisogna poi aggiungere una percentuale fissa del 15% calcolata solo ed esclusivamente sugli importi dei rimborsi/risarcimenti a liquidazione avvenuta. “E’ un tipo di soluzione utilizzata in tutto il mondo nelle class action”, sostiene il segretario nazionale del SITI, Domenico Bacci.
Infine, per tener d’occhio anche l’attuale gestione del Monte dei Paschi di Siena, l’Associazione Azionisti per il Buon Governo del Monte dei Paschi di Siena sta tentando di radunare il maggior numero di piccoli soci Mps per far sentire la propria voce in occasione delle assemblee di Rocca Salimbeni. Per far parte di questo gruppo di azionisti di minoranza è necessario iscriversi all’associazione al prezzo di 25 euro l’anno con quote che verranno pagate in automatico via disposizione bancaria permanente negli anni successivi al primo.