Sulla sua newsletter settimanale il sindaco di Firenze chiarisce di non volere attaccare il segretario del suo partito e ritiene "dannoso" inseguire il leader 5 Stelle sul suo terreno. Aggiunge che il Pd ha perso alle elezioni e che la soluzione non è "offrire a Grillo la Camera e a Berlusconi il Senato"
Matteo Renzi rompe il silenzio dopo l’esito elettorale. E lo fa dalla sua newsletter settimanale dove chiarisce di non volere attaccare il segretario Bersani, già affrontato “a viso aperto” per le primarie e invita i democratici di non inseguire Grillo sul suo terreno, ma di sfidarlo. “Io ho combattuto Bersani a viso aperto quando non lo faceva nessuno, guardandolo negli occhi – scrive – Non lo pugnalo alle spalle, oggi: chiaro? Nello zoo del Pd ci sono già troppi tacchini sui tetti e troppi giaguari da smacchiare per permettersi gli sciacalli del giorno dopo”. Quanto al leader del Movimento 5 Stelle, che ha attaccato il Pd dicendo che “hanno la faccia come il culo” e che fanno compravendita di parlamentari, spiega di trovare “sbagliato e dannoso inseguire Beppe Grillo sul suo terreno, quello delle dichiarazioni ad effetto. Quello della frase di tutti i giorni. Tanto lui cambia idea su tutto, la storia di questi ultimi 30 anni lo dimostra. Grillo non va rincorso, va sfidato. Sulle cose di cui parla, spesso senza conoscerle”. E chiede ai suoi: “Pensiamo di uscirne vivi offrendo a Grillo la Camera e a Berlusconi il Senato, secondo gli schemi che hanno già fallito in passato?”. Quel che è necessario fare per lui è “rimettersi in sintonia con gli italiani, non giocare al compro baratto e vendo dei seggi grillini”. E recuperare “un rapporto con il Paese, con gli italiani” rilanciando alcune proposte, dall’abolizione dei vitalizi a quella del finanziamento pubblico ai partiti, “non per raccogliere il voto di qualche parlamentare grillino ma per recuperare un rapporto con il Paese, con gli italiani”.
Le parole di Renzi sembrano riguardare più la situazione interna del Partito democratico che gli scenari politici del Paese. Il sindaco di Firenze ammette “senza giri di parole” che “il centrosinistra le ha perse. La vittoria numerica alla Camera non è sufficiente e lo sappiamo“. Poi chiede al centrosinistra di rilanciare alcune proposte, tra cui l’abolizione del finanziamento pubblico ai partiti. Idee che, durante le primarie, “abbiamo detto da un camper. E non era il camper di Grillo, era il nostro camper”. E l’abolizione del finanziamento ai partiti è un punto su cui convergono anche i 5Stelle visto che appena qualche giorno fa Grillo aveva detto: “Se Bersani vorrà proporre l’abolizione dei contributi pubblici ai partiti sin dalle ultime elezioni lo voteremo di slancio (il M5S ha rinunciato ai 100 milioni di euro che gli spettano, ndr), se metterà in calendario il reddito di cittadinanza lo voteremo con passione”. Per Renzi quando durante le primarie del Pd “chiedevamo di abolire il finanziamento pubblico ai partiti o ai parlamentari e consiglieri regionali di rinunciare ai vitalizi fino alla richiesta di non considerare appestati quelli che la volta prima avevano votato Lega o Pdl (le primarie si vincono convincendo la tua gente, ma le elezioni si vincono convincendo anche quelli fuori dal tuo recinto) o fino alla proposta di far uscire i partiti dalla Rai, noi eravamo chiari”. Tuttavia, specifica, “non abbiamo avuto la capacità di convincere. Colpa mia, l’ho detto. Adesso però non abbiamo il copyright su queste proposte”.
Poi ribadisce di essere stato leale in campagna elettorale e di avere detto “quello che avevo da dire alle primarie. Non ce l’ho fatta – ammette – mi sono preso la mia responsabilità. Ho praticato la lealtà in tutta la campagna elettorale: non perché mi convenisse, ma perché è giusto rispettare i risultati, sempre. Perché credo che lo stile abbia un ruolo persino in politica. Oggi non dirò: “Ma io ve l’avevo detto. Quelli che sono stati zitti durante le primarie e che poi ci spiegano che loro avevano capito tutto sono insopportabili: passi saltare sul carro del vincitore, ma adesso affollare quello del perdente mi suona ridicolo”. Avverte i democratici di non addossare la sconfitta del Pd agli italiani. “E non si dica – prosegue- “Ah, gli italiani si sono fatti abbindolare, non ci hanno capito, come ha detto qualche solone dei nostri in tv nelle ore della debacle. Gli italiani capiscono benissimo i politici: casomai non sempre accade il contrario”.
L’esito delle ultime elezioni secondo il sindaco di Firenze ha visto affiorare un voto antieuropeo “per la prima volta” in ” un Paese europeista come l’Italia”. Un fatto che giudica “molto pericoloso” perché “qualcuno inizia a credere al fatto che i problemi italiani derivano dall’eccesso di Europa nella nostra vita quotidiana quando in realtà è vero il contrario: c’è poca Europa, non troppa Europa”. A questo si aggiunge la mancata crescita dell’Italia “da vent’anni”. “Lo inventiamo un nuovo modello di sviluppo sostenibile – scrive Renzi – o continuiamo a sognare grandi opere e piccoli risultati? L’Istat dice che c’è il record di disoccupati, le aziende falliscono perchè gli enti locali non pagano per colpa del patto di stabilità, fior di investitori potrebbero intervenire in Italia ma sono bloccati dalla crisi del sistema politico e dalle incertezze del sistema burocratico”.