Mettere un freno agli stipendi milionari dei super manager si può. Domenica 3 marzo in Svizzera i cittadini saranno chiamati a votare un referendum di iniziativa popolare per la regolamentazione delle cosiddette “retribuzioni abusive” dei manager. Il testo della proposta elaborata dal parlamentare Thomas Minder (piccolo imprenditore vicino all’ultradestra dell’Udc) prevede il rafforzamento del diritto degli azionisti di impedire il versamento di stipendi e bonus eccessivamente elevati. Se, come sembra dai sondaggi, il referendum dovesse ottenere il favore della maggioranza dei cittadini elvetici, la Svizzera si doterebbe del diritto societario più rigido del mondo.

Secondo quanto previsto dall’iniziativa di Minder, ogni anno l’assemblea generale di una società dovrebbe votare l’importo globale delle retribuzioni del consiglio di amministrazione, della direzione e dell’organo consultivo (la norma prevede anche la possibilità del voto elettronico a distanza). Il secondo punto della legge prevede che i membri dei vari organi non ricevano liquidazioni, indennità, retribuzioni anticipate, premi per acquisizioni e vendite di ditte e contratti supplementari di consulenza o di lavoro da parte di società del gruppo. L’ultimo punto della legge proposta stabilisce le pene per l’infrazione delle disposizioni, che vanno dalla “detenzione fino a tre anni” alla la “pena pecuniaria fino a sei retribuzioni annuali”.

L’opinione pubblica della Confederazione è schierata nettamente a favore della proposta, anche sulla scorta di alcuni casi che hanno suscitato parecchio clamore, come quello che nelle scorse settimane ha visto protagonista Daniel Vasella, il presidente uscente della Novartis, che intascherà un’indennità di uscita da 72 milioni di franchi in sei anni (anche a fronte di un’attività di consulenza sempre al servizio della multinazionale farmaceutica).

Contro la proposta referendaria si sono schierati compatti i sette membri del Consiglio Federale (l’organo esecutivo del governo della Confederazione): “Pur condividendo le richieste fondamentali dell’iniziativa – hanno fatto sapere in una nota – reputiamo le proposte eccessive, se non addirittura controproducenti”, appoggiando invece il controprogetto indiretto elaborato dal Parlamento, che contempla misure contro le retribuzioni spropositate e rafforza i diritti degli azionisti: “A differenza dell’iniziativa di Minder – spiegano -, il controprogetto è più praticabile e crea buoni presupposti per l’equilibrio di forze tra azionisti, consiglio d’amministrazione e direzione aziendale”. Il Parlamento ha già adottato questo controprogetto, con un solo voto contrario. Se domenica l’iniziativa elaborata da Thomas Minder non supererà lo scoglio elettorale, entrerà in vigore il controprogetto parlamentare e, comunque vadano le cose, i top manager elvetici dovranno ridimensionare i loro sogni milionari.

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