I cittadini dei comuni sciolti per mafia hanno premiato la continuità scegliendo alle ultime elezioni politiche i partiti protagonisti del governo locale. Emerge però un segnale di discontinuità dalle ultime consultazioni con ottimi risultati per il Movimento 5 Stelle. In alcuni casi, il movimento, guidato da Beppe Grillo, si attesta al di sopra della pur sorprendente percentuale nazionale. Lo schieramento che vince, nei 24 comuni sciolti per mafia nel 2012, è il centrodestra che trionfa in 16 comuni. Il test più interessante è quello di Reggio Calabria dove l’ente locale è attualmente retto da una commissione prefettizia perché sciolto per infiltrazioni della ‘ndrangheta.
Il Pdl che ha governato la città, roccaforte politica da anni del governatore della regione Calabria Giuseppe Scopelliti, ha deciso addirittura di candidare Demetrio Arena, ultimo sindaco prima dell’azzeramento per mafia. Arena, nel caso della probabile rinuncia di Silvio Berlusconi che opterà per un altro collegio, potrà così approdare in Senato. I risultati della Camera vedono, a Reggio Calabria, lo schieramento del centrodestra al 29,62%, il centrosinistra, invece, al 26,75%. Il primo partito è M5S con il 28,48%. Al Senato, invece, il Pdl mantiene il primato con il 25,07%. Altro importante test è quello di Pagani, in provincia di Salerno, anche per numero di elettori. Dopo Reggio Calabria, tra i comuni sciolti per infiltrazioni mafiose, è il comune più grande. L’ex sindaco Alberico Gambino, Pdl, è sotto processo per collusioni con i clan di zona, l’ente locale è stato sciolto per camorra. A metà gennaio, il pubblico ministero ha chiesto per Gambino 9 anni di carcere ora si attende la sentenza di primo grado. Nonostante tutto il centrodestra ha vinto con il 48,15%, il centrosinistra raccoglie il 18,60%. Buona affermazione dei 5 stelle con il 19,96%, ma il primo partito resta il Pdl che raggiunge il 41,53% dei voti.
Restando in Campania arriva una conferma dai tre comuni sciolti per infiltrazioni della camorra, feudi del clan dei Casalesi: Casal di Principe, Casapesenna, San Cipriano d’Aversa, in provincia di Caserta. Comuni da record, visto che sono stati sciolti dal 1991, anno di introduzione della legge, per ben tre volte. Nonostante l’esclusione dell’ex sottosegretario all’economia Nicola Cosentino, originario di Casal di Principe, nel comune il Pdl resta il primo partito con il 45,66%. Il centrosinistra si ferma al 13,33%. A Casapesenna, feudo incontrastato del boss, ora in carcere, Michele Zagaria vince sempre il centrodestra con il 56,1%, Pdl al 51,46%. Stessa musica a San Cipriano d’Aversa, anche questo comune retto da una commissione prefettizia, con il partito berlusconiano al 50,07%.
Al Nord dove i comuni sciolti nel 2012 sono Rivarolo Canavese e Leinì, in provincia di Torino, e Ventimiglia, in provincia di Imperia, vince il centrodestra in due comuni, ma a Leinì gli elettori premiano il movimento 5 stelle con il 35,42% di consensi. Trionfo per il movimento di Grillo anche a Salemi, il comune in provincia di Trapani sciolto per mafia quando il sindaco era Vittorio Sgarbi, dove gli attivisti del Movimento conquistano il 38,32%. Nei comuni sciolti per mafia dopo i 18 mesi di governo affidati ad una commissione prefettizia si tornerà a votare. Da questi territori emerge la forza dei poteri consolidati, ma anche la voglia di cambiamento.