Dalle first grade school alle high school. E' la "gun education" che i Partiti repubblicani di molti Stati e le lobby vogliono portare tra i banchi. Come? Presentando e sostenendo vari progetti di legge per far sì che la "difesa" venga inclusa nei programmi d'insegnamento
La chiamano “gun education”. Educazione alle armi. Non la si impara nelle accademie militari, ma nelle aule di scuola: dalle first grade school, le elementari, fino alle high school, le superiori. In un’America in cui oltre 1.000 persone hanno perso la vita a colpi d’arma da fuoco dopo l’eccidio di bambini di Newtown il 14 dicembre scorso e in cui Barack Obama sta cercando di far digerire al Congresso la legge che dovrebbe limitarne le diffusione, c’è qualcuno che pistole e fucili vorrebbe portarli tra i banchi: i Partiti repubblicani di molti Stati e le lobby, la National rifle association in testa, stanno presentando e sostenendo vari progetti di legge per far sì che la “gun education” venga inclusa nei programmi d’insegnamento. Cartoni animati, pupazzi, mascotte e materiale didattico studiato per catturare l’attenzione dei più piccoli e, in primis, far sì che familiarizzino con revolver e fucili. E poi al liceo, tra una lezione di matematica e una di storia, imparino ad usarli.
Texas, Maine, South Carolina, Missouri. L’offensiva è cominciata da quando il presidente, dopo i fatti di Aurora e Newtown, ha cominciato a promettere maggiori controlli su chi fa richiesta della “gun licence” e il bando delle armi automatiche. La House bill n. 1142 firmata da James White, repubblicano, dall’anno scolastico 2013/2014 porterebbe la “gun education” nelle aule del distretto di Austin, in Texas. Ai liceali verrebbero forniti, si legge nel testo, “1) nozioni sul Secondo emendamento e sulla Costituzione; 2) nozioni sulla sicurezza; 3) addestramento all’uso di pistole, revolver, fucili e armi da tiro”. Ma i ragazzi imparerebbero anche a pulire la pistola e i rudimenti della sicurezza della caccia. “Conosco gli studenti – ha spiegato White, ex insegnante di educazione fisica, a KHou.com, quotidiano online di Houston – a scuola fanno già attività molto più pericolose di queste: saldatura, smontaggio motori, sollevamento pesi, sport vari. Non sono le creature fragili che credete”.
L’uso delle armi, anzi, garantirebbe loro uno strumento di difesa in più. Ne è convinto il repubblicano Paul Davis, che – scrive il quotidiano SunJournal.com – ha proposto un provvedimento simile nel Maine, dove l’idea ha conquistato il favore di vari deputati e persino del governatore Paul LePage. “Insegnare ai ragazzi ad usare un’arma – ha detto Davis, ex poliziotto, nell’udienza pubblica di giovedì scorso alla State House di Augusta – aumenterebbe la sicurezza nelle nostre strade e darebbe ai ragazzi vittima di violenza domestica la possibilità di difendersi”. Il tutto a costo zero per le casse dello Stato: il testo, uno degli 80 provvedimenti sul tema “armi” presentati nel Maine dopo la strage nel Connecticut, prevede che i corsi siano organizzati a titolo gratuito dalla National rifle Association.
Lee Bright, repubblicano della South Carolina, è andato oltre. Partendo dal presupposto secondo cui “più armi ci sono in circolazione, più siamo sicuri”, il senatore ha proposto una legge che consentirebbe alle scuole di organizzare corsi di tiro. “Abbiamo il football, il basket e il baseball – ha detto Bright a Wspa Tv, emittente che copre la North e South Carolina – avere una squadra di tiro al bersaglio sarebbe una grande idea”. Ma poiché introdurre armi nei campus è vietato, il South carolina gun safety program offrirebbe agli studenti la possibilità di imparare a sparare in strutture esterne come i poligoni. Tra i genitori, alcuni si dicono d’accordo: “E’ un corso che vorrei mio figlio seguisse – racconta Teddy Lamm, di Spartanburg, la cui famiglia è iscritta a Firing Lane, il locale circolo di tiro – di questi tempi saper sparare è una necessità”.
Ovunque aleggia la presenza della National rifle association. Che dal 2007 sta spendendo milioni per fidelizzare i più giovani all’uso delle armi e, se passasse il Senate bill n. 75 presentato il 13 dicembre dal repubblicano Dan Brown, porterebbe i suoi metodi e i suoi valori persino sui banchi delle elementari del Missouri. Lo “Eddie Eagle guns safety program – si legge sul sito della Nra – coinvolge già 18 milioni di bambini in tutti i 50 Stati dell’unione, in Canada e a Porto Rico”, ma con questa legge diventerebbe obbligatorio in tutte le elementari dello Stato. Nessuna arma in classe, lo scopo dichiarato è insegnare ai piccoli come comportarsi quando si imbattono in un’arma incustodita: “Fermati, non toccare, allontanati e chiama un adulto”, ammonisce Eddie, l’aquila mascotte del programma, nei cartoni animati che vengono mostrati agli alunni. Ma il tutto ha il chiaro sapore del marketing: un modo per far sì che i bimbi comincino a familiarizzare con il concetto fin da piccoli e considerino le pistole e i fucili presenti nelle loro case oggetti di uso quotidiano. Come il frigorifero o la tv. Come accaduto domenica a Houston, in Texas, dove – racconta lo Houston Chronicle – Jayden Pratt, 4 anni, è morto dopo essersi sparato un colpo nello stomaco con la pistola semiautomatica del papà: l’aveva trovata in salotto, suo padre dormiva sul divano.