Peter Kodwo Appiah Turkson ha una faccia che si può definire simpatica. E i romani l’hanno osservata, un po’ curiosi e un po’ insospettiti, sui manifesti (finti) per il conclave: vota Turkson. Sguardo puntato verso l’alto e un improbabile simbolo con una croce più politica che religiosa. I porporati non dovranno segnare la scheda, ma semmai scrivere il suo nome.
Quello di un cardinale ghanese, madre metodista e padre cattolico, istituzione nel paese africano e grande amico di Kofi Annan, il connazionale ex segretario generale Onu. Turkson è davvero un papabile, promosso al Pontificio Consiglio per la giustizia e la pace da Benedetto XVI.
Quella faccia ha un colore, il nero, che vale una rivoluzione, ancor di più di quelle dimissioni di Ratzinger recitate in latino. Quando i rosari sono sgranati, in Curia ne discutono: può il Vaticano cambiare pelle? Il resto del mondo è pronto. Il resto d’Italia, che esprime 28 elettori, non vuole mollare il potere. Neanche in prestito.
Il Fatto Quotidiano, 2 Marzo 2013