Secondo quanto riportato dal quotidiano genovese 'Il Secolo XIX' e come ricostruito dal programma tv 'Le Iene' l'allora vescovo di Savona Domenico Calcagno scrisse al futuro Papa Benedetto XVI (al tempo prefetto per la congregazione della fede) per segnalare il caso di un prete pedofilo, don Nello Giraudo: "Se posso lo tengo lontano dai bambini". La lettera però non ebbe alcun seguito
Nei giorni in cui la Chiesa deve fare i conti con il caso O’Brien, il cardinale autoesclusosi dal Conclave per “condotta sessuale inaccettabile”, nuove ombre si allungano sul Papa ormai emerito Joseph Ratzinger. Secondo quanto rivela Il Secolo XIX, l’ex Papa era a conoscenza di fatti di pedofilia avvenuti nella diocesi di Savona nel 2003 ma, nonostante fosse stato informato ufficialmente di quanto accaduto nella sua veste di prefetto per la congregazione della fede (l’organo deputato a vigilare sulla correttezza della dottrina cattolica, ndr), non lo denunciò. Il quotidiano di Genova pubblica una lettera inviata dall’ex vescovo di Savona, il cardinal Domenico Calcagno – uno dei partecipanti al Conclave di questi giorni – a Joseph Ratzinger. “Chiedo la cortesia di un consiglio circa l’atteggiamento da tenere , intendendo il sacerdote continuare con un impegno pastorale – scrive Calcagno a Ratzinger – Per quanto possibile intendo evitare che abbia comunque responsabilità che lo mettano a contatto con bambini o adolescenti”. Una richiesta che però rimane inascoltata.
Una denuncia fin troppo pacata e comunque tardiva, come dimostra un’inchiesta condotta dal programma di Italia1 Le Iene dal titolo “Abusi nascosti dalla Chiesa”, andata in onda la sera del 3 marzo: a conoscenza dei comportamenti di don Giraudo non era solo il cardinal Calcagno, ma anche i vescovi Giulio Sanguineti e Dante Lanfranconi. Molti casi riguardanti don Giraudo, peraltro, nel frattempo sono caduti in prescrizione, avendo il sacerdote “agito” dalla fine degli anni ’80, spostandosi di parrocchia in parrocchia senza che la Chiesa facesse nulla. Nel 1992, dopo l’ennesimo trasferimento, gli fu concesso di aprire una comunità per bambini disagiati a Feglino. Un paradosso.
L’unica preoccupazione del Curia era quella di salvaguardare l’immagine della diocesi. Nell’allegato alla lettera inviata da Calcagno a Ratzinger, infatti, l’ex vescovo precisa che “nulla è trapelato sui giornali e non ci sono denunce in corso”. Un tentativo di mantenere la situazione “sotto controllo”, evitando che il caso deflagrasse. E, una volta ricevuta la comunicazione, l’ex Papa non ritenne di prendere alcun provvedimento. Don Giraudo continuò ad “operare” fino alle denunce della procura che costrinsero la Chiesa a sollevarlo dall’incarico.