Proclamati gli eletti, ma il presidente cita "difficoltà di vario ordine" ad avviare i lavori parlamentari prima del 15 marzo. Il premier uscente incontra il sindaco di Firenze per "motivi istituzionali". L'escluso Donadi (ex Idv): "Errore nell'attribuzione di cinque seggi alla Camera"
Le Camere non possono essere convocate in anticipo rispetto al 15 marzo. Lo afferma in una nota il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Intanto la giornata politica registra un incontro tra il presidente del consiglio uscente Mario Monti e il sindaco di Firenze Matteo Renzi, possibile successore di Pier Luigi Bersani alla guida del Pd. E’ stato lo stesso Renzi ad annunciare si Twitter il viaggio “verso Roma per incontri istituzionali”. I contenuti del colloquio non sono stati resi noti. Renzi è a Roma anche per l’intervista in programma stasera a “Ballarò” con Giovanni Floris. Poi, alla fine dell’incontro, il primo cittadino fiorentino ha dribblato i cronisti, anticipando che “uscirà un comunicato”, che quello con il Professore è stato solo “un incontro istituzionale” e che domani parteciperà alla riunione della direzione nazionale del Partito democratico.
Quanto alle tappe che porteranno all’apertura dei giochi parlamentari dopo il voto che ha restituito un Senato ingovernabile e il boom del Movimento 5 Stelle, Napolitano “ha preso atto – si legge nella nota del Quirinale – che difficoltà di vario ordine non consentono una anticipazione della data di convocazione delle Camere, già fissata per venerdì 15 marzo”.
Da qui a quella data, prosegue la nota, resta ancora “un ampio spazio per una proficua fase preparatoria delle consultazioni del Capo dello Stato per la formazione del governo”. Il Presidente della Repubblica confida infine “che le operazioni relative all’insediamento delle Camere e alla costituzione dei Gruppi parlamentari si svolgano con la massima sollecitudine possibile”.
Proprio oggi l’ufficio elettorale centrale nazionale presso la Corte di Cassazione ha ultimato gli adempimenti sui risultati elettorali. La Cassazione ha dunque trasmesso i risultati alle Corti d’Appello per la proclamazione degli eletti, passo necessario per convocare le Camere.
Secondo Massimo Donadi (ex capogruppo Idv alla Camera, ora del Centro democratico) c’è stato però un errore nell’attribuzione di cinque seggi alla Camera da parte del ministero dell’Interno. In una conferenza stampa a Montecitorio Donadi ha annunciato di aver presentato un esposto all’Ufficio centrale presso la Corte di Cassazione. Secondo l’ex capogruppo Idv, per un errore dovuto al complicato calcolo dell’attribuzione dei seggi del Porcellum, il Pdl perderebbe un seggio in Puglia (Roberto Marti) ed uno in Sardegna (Paolo Vella), ne guadagnerebbe uno in Molise (Sabrina De Camillis) ed uno in Friuli (Emanuela Di Centa). Il Pd perderebbe in Umbria il seggio attribuito a Walter Verini e ne acquisirebbe uno in Sardegna (Gavino Manca). Donadi dunque rientrerebbe nel riconteggio perchè risulterebbe eletto in Umbria.
L’ultimo caso riguarda Sel che perderebbe il seggio in Trentino (Kronbichler Florian) e ne avrebbe uno in più in Puglia (Sannicandro Arcangelo). “L’errore è talmente palese che non vi vedo alcuna intenzionalità. L’errore – conclude Donadi – è imputabile al software del ministero”. L’esposto, precisa Donadi – segue un percorso di verifica effettuato dai politologi Gianluigi Pellegrino e Paolo Feltrin (università di Trieste) in base al quale si è avuta “certezza” dell’errore.
“Ne ho parlato oggi con con il ministro Anna Maria Cancellieri – dice Donadi – che mi ha manifestato la sua assoluta volontà di collaborazione. Se l’errore fosse confermato, il ministro lo renderà immediatamente pubblico. L’errore non riguarda solo me, ma dieci persone: 5 ne uscirebbero dalla Camera e 5 vi entrerebbero”.