Ottenere un prestito online in pochi minuti: poche domande, risposte immediate e nessun imbarazzo. Ma tassi devastanti, che in alcuni casi superano il 500 per cento e arrivano addirittura al 16mila per cento in caso di penale se il denaro non è restituito dopo 12 mesi. Sono i prestiti “payday”, sempre più diffusi negli Stati Uniti nonostante siano stati vietati in 15 Stati del Paese. Il governo americano ha iniziato quindi a indagare sulle grandi banche di Wall Street, che favoriscono dietro le quinte la sopravvivenza delle società che rilasciano questo tipo di prestiti.
I colossi finanziari del calibro di Jp Morgan, Bank of America e Wells Fargo permettono infatti ai creditori “strozzini” di prelevare automaticamente i ricchi interessi dai conti bancari di chi è indebitato, anche negli Stati dove tassi così alti sono vietati per legge. E in alcuni casi i colossi finanziari chiudono un occhio perfino quando i risparmiatori gli hanno chiesto esplicitamente di non autorizzare i prelievi di denaro. “Senza la collaborazione delle banche nell’effettuare le transazioni queste società non potrebbero operare”, ha confermato al New York Times Josh Zinner, codirettore dell’organizzazione Neighborhood Economic Development Advocacy Project, che si occupa di garantire la giustizia economica.
I funzionari statali e federali hanno quindi preso di mira i colossi di Wall Street per frenare il fenomeno dei prestiti “payday”. Le agenzie di controllo Federal Deposit Insurance Corporation e Consumer Financial Protection Bureau hanno iniziato così a indagare sul ruolo delle banche nel business dei prestiti online dai tassi d’interesse a due zeri. E anche Benjamin Lawsky, numero uno del dipartimento dei Servizi finanziari dello Stato di New York, sta investigando su come gli istituti di credito abbiano autorizzato i prestiti con i super interessi bypassando le leggi di New York, che limitano i tassi al 25 per cento.
I prestiti “payday” sono effettivamente molto vantaggiosi non solo per le società che li concedono, ma anche per le banche che gestiscono il conto corrente dell’indebitato. Il prelievo automatico degli interessi prosciuga spesso il conto di chi chiede il denaro, costringendolo a pagare multe salate agli istituti di credito. Circa il 27 per cento di chi richiede un prestito “payday”, secondo un report del centro non profit Pew Charitable Trusts, ha infatti detto di essere andato in rosso a causa degli interessi prelevati automaticamente.
Non solo. I risparmiatori segnalano che, mentre i prestiti “payday” sono facilissimi da ottenere, liberarsene è ben più difficile. Chi vuole ripagare il debito deve infatti avvisare la società creditrice con almeno tre giorni di anticipo per evitare il prelievo automatico degli interessi. In caso contrario, la percentuale viene sottratta e il prestito rinnovato per almeno un mese. Ma la rapidità con cui vengono concessi i prestiti, senza bisogno di domande, continua ad attrarre sempre più persone. Sono infatti circa tre milioni, secondo un report di Pew Charitable Trusts, gli americani che hanno ottenuto un prestito “payday” nel 2010. E il fenomeno è destinato ad aumentare. Dal 2006 al 2011 il totale dei prestiti “payday” è più che raddoppiato da 5,8 a 13 miliardi di dollari.
E, mentre il governo degli Stati Uniti incrementa gli sforzi contro i creditori “strozzini”, questi lasciano gli Stati americani dove è vietato applicare interessi troppo alti e si spostano in Paesi con leggi più permissive come Belize, in America centrale, oppure Malta. Continuando però a raggiungere in tutto il mondo grazie a internet chi è alla ricerca di un prestito immediato.