I ministri europei delle finanze aprono la strada a politiche di bilancio più permissive dopo che il voto di protesta contro l’austerità ha reso l’Italia ingovernabile e scosso mesi di relativa stabilità sui mercati finanziari. L’Italia riesce a ridurre il deficit di bilancio fino al 3% del Prodotto interno lordo nel 2012 e rientra così nei limiti richiesti dall’Unione europea, ma paga un caro prezzo con la disoccupazione che arriva all’11,7% a gennaio e con una contrazione dell’economia dell’1% nel quarto trimestre, del 2,4% nel 2012.
Fausto Panunzi – Professore di economia politica dell’Università Bocconi da Milano: “Le riforme sui costi della politica non sono meno rilevanti delle riforme strutturali e sono un ingrediente essenziale per potere fare le altre riforme necessarie, anche se i prossimi governi si limitassero ad agire sul lato dei costi della politica e riducessero il divario che c’è tra i cittadini e i loro rappresentanti non sarebbe tempo passato invano“.