Silvio Berlusconi archivia definitivamente a Roma, con un proscioglimento, la vicenda Mediatrade e guarda ora al palazzo di giustizia di Milano, dove dovrebbe arrivare per lui entro fine mese un tris di sentenze: già giovedì quella sul caso della fuga di notizie sull’intercettazione tra Piero Fassino e Giovanni Consorte ai tempi della scalata di Unipol alla Bnl; poi quella su caso Ruby e, infine, il verdetto d’appello su Mediaset e i diritti tv.
Mecoledì a Roma la terza sezione penale della Cassazione ha respinto un ricorso della Procura della Capitale ed ha così definitivamente prosciolto Berlusconi, il figlio Piersilvio ed alcuni altri imputati che erano coinvolti nell’inchiesta Mediatrade su presunte irregolarità nella compravendita dei diritti tv. Era stato lo stesso pg della Cassazione a chiedere che il ricorso fosse respinto o dichiarato inammissibile. A conclusione dell’udienza preliminare, svolta lo scorso anno, relativa all’inchiesta su una presunta frode fiscale da 10 milioni di euro, il gup aveva dichiarato prescritti i fatti relativi al 2003, mentre aveva prosciolto Berlusconi, il figlio e gli altri imputati per quelli riferiti al 2004. La Procura di Roma aveva impugnato la sentenza di proscioglimento, ma ora la Cassazione ha confermato il verdetto del gup.
Secondo il calendario dei processi, per il prossimo 18 marzo è attesa la sentenza sul caso Ruby che vede imputato l’ex premier per concussione e prostituzione minorile (venerdì prossimo il procuratore aggiunto Ilda Boccassini formulerà la richiesta di condanna). Il processo d’appello sul caso Mediaset, invece, dovrebbe concludersi il prossimo 23 marzo: la Procura generale di Milano ha chiesto per l’ex presidente del Consiglio la conferma della condanna a 4 anni, con interdizione dai pubblici uffici per cinque anni.