“Credo che la tragedia che si è consumata a Perugia sia figlia del drammatico quadro economico generale in cui versano le aziende, soprattutto quelle di piccola dimensione. Molti imprenditori stanno perdendo il lume della ragione”. Il segretario della Cgia di Mestre, Giuseppe Bortolussi, colloca nel disagio profondo provocato dalla crisi economica il movente del duplice omicidio-suicidio. “Lo sconforto e l’esasperazione – spiega Bortolussi – stanno spingendo alcuni di loro a gesti sconsiderati che non sono giustificabili. Per prevenire tutto ciò non c’è che una soluzione: auspicare che la politica ritorni a fare il suo mestiere, dando risposte credibili alle esigenze di liquidità che i piccoli imprenditori vanno invocando inutilmente da più di un anno”. Le banche da mesi hanno in pratica bloccato i prestiti alle famiglie e le imprese sono costrette a chiedere mutui agli istituti di credito per pagare le tasse.
In questo contesto di sofferenza si inseriscono anche indicatori economici “da brivido” rispetto al 2011 sottolinea la Cgia: ” – 6,2% per la produzione industriale; -4,3% il fatturato; -9,8% gli ordinativi nell?industria; -14% la produzione nelle costruzioni; -32,7 miliardi di euro di prestiti bancari alle aziende; +14,4 miliardi di euro di sofferenze bancarie in capo alle imprese”. L’associazione ricorda anche un episodio avvenuto nel Padovano pochi giorni fa: un piccolo imprenditore, dopo la mancata erogazione di un prestito, ferì con un colpo di pistola il direttore della Banca di Credito Cooperativo di Campodarsego: “Moltissimi piccoli imprenditori – osserva il segretario della Cgia – stanno chiedendo soldi per pagare le tasse e i contributi perché i committenti non li pagano o lo fanno con ritardi spaventosi. Una situazione che sta degenerando di settimana in settimana, spingendo moltissime imprese verso il fallimento, non per debiti, ma per crediti”.
In questo contesto si inseriscono i dati di una ricerca dell’università Link campus: nel 2012 sono state 89 le persone, tra cui tre donne, che sull’orlo del fallimento e schiacciate dai debiti hanno deciso di togliersi la vita, da qui la media che sfiora le 8 persone al mese. Sono invece 48 i tentativi di suicidio registrati tra i mesi di gennaio e dicembre del 2012. “Una lunga lista di imprenditori, artigiani e disoccupati – scrive l’università in una nota – che, oppressi da gravi difficoltà economiche e soprattutto dalla paura di perdere la propria dignità, reputano la rinuncia alla vita una scelta obbligata”.
L’area geografica maggiormente colpita dal fenomeno è il Nord con 39 suicidi, oltre il 40% dei suicidi censiti in Italia dall’inizio dell’anno; di questi 27 registrati nel solo Nord Est, ovvero il 30% del totale. In questa classifica seguono il Centro con il 25,8% degli episodi di suicidio, le isole con il 15,7% e il sud con il 14,6%. L’analisi del dettaglio per regione, inoltre, mette in evidenza il Veneto con 23 suicidi nel corso del 2012, vale a dire il 25,8% dei suicidi che l’Italia conta da gennaio a dicembre 2012. A seguire la Campania con 11 suicidi registrati, la Sicilia con 9 vittime e la Puglia con 7.
E proprio dal presidente del Veneto arriva un appello. “Si tratta di una tragedia che ci ferisce profondamente – dice Luca Zaia – e che impone a tutti un’assunzione di responsabilità perchè in un momento così difficile per l’economia e per le famiglie non bisogna alzare i toni e accrescere i conflitti, ma restituire serenità e fiducia nelle istituzioni”. Anche il presidente del Piemonte esprime il suo cordoglio: “In un contesto economico e sociale di grande difficoltà come quello attuale, che comporta grandi difficoltà nel rapporto quotidiano degli enti locali con i cittadini – afferma Roberto Cota – non è concepibile che i dipendenti possano essere identificati, mentre svolgono il proprio ruolo di front line, come un bersaglio o come la causa delle difficoltà personali”. Per Enrico Rossi, presidente della Toscana, “la tragedia di stamani non sembra legata a finanziamenti non concessi, come era apparso all’inizio. Sarebbe figlia esclusivamente di un dramma interiore. Ma sono gesti da non sottovalutare, segnali di un malessere che sta segnando la vita della nostra società”.
Anche il sindacato chiede una riflessione: “Oggi una tragedia inaccettabile si è abbattuta sul lavoro pubblico. Due lavoratrici, due donne, di cui una giovane e precaria, sono rimaste vittime di un folle gesto di violenza perpetrato da un uomo, poi suicidatosi, che dalle prime informazioni risulta essere un imprenditore perugino del settore della formazione” sottolineano Mario Bravi, segretario generale Cgil Umbria e Vanda Scarpelli, segretario generale Fp-Cgil Umbria. “Nello stringerci attorno ai familiari delle due lavoratrici uccise, pur senza stabilire un rapporto meccanico con questo gesto di follia, ribadiamo l’esigenza di contrastare il crescente clima di criminalizzazione del lavoro pubblico, mettendo al contempo in atto tutte le azioni possibili e necessarie per combattere gli effetti sociali devastanti della crisi economica e arginare il clima di tensione montante nel Paese”.