Gli ultimi dati del Pil del Paese oceanico confermano un andamento positivo che va avanti dal 1991. Merito dell'export di risorse naturali come il carbone e i minerali di ferro, che riesce a compensare la flessione (che c'è stata) dei consumi interni
Australia, isola felice del mondo occidentale. Eccezione positiva tra i Paesi sviluppati, a economia matura e tutti, più o meno, in difficoltà. La conferma arriva dagli ultimi dati positivi sul Pil (Prodotto interno lordo) del Paese oceanico. E che portano a 21 anni consecutivi la crescita ininterrotta della ricchezza nazionale: un vero record mondiale. Intanto proprio dall’Australia, per motivi di promozione turistica, ma tanto per ribadire il mito del Bengodi, parte la proposta di sei posti di lavoro a tempo determinato da sogno, offerti a stranieri. Del tipo, fotografo di lifestyle o degustatore di prelibati cibi e vini locali. Altro che depressiva crisi europea…
Ma ritorniamo ai dati, nudi e crudi. Nell’ultimo trimestre 2012 il Pil è aumentato dello 0,6% rispetto al periodo luglio-settembre e del 3,1% su base annua. L’ultimo trimestre con il segno negativo (e solo quello, non due trimestri successivi, che tecnicamente significano recessione) risale al lontano ottobre-dicembre 1991. Quindi, il 2012 è stato 21esimo anno consecutivo di crescita. L’Australia ha ormai scalzato la Spagna e conquistato il dodicesimo posto fra gli Stati più ricchi del mondo (con la differenza, però, che il Paese iberico conta oltre 46 milioni di abitanti e quello oceanico appena 23,6).
L’anno fiscale, in realtà, in Australia va dalla metà di un anno solare all’altro. Ebbene, quello 2012-2013, che si concluderà a fine giugno, dovrebbe essere archiviato con un balzo in avanti del 3% del Prodotto interno lordo. Intanto l’Italia viaggia in profonda recessione, al pari di altri “colleghi” europei o accanto a Stati come la Francia che solo per un soffio l’hanno evitata. Fra i Paesi a economia matura le migliori perfomances, almeno per il 2012, sono quelle degli Usa (+1,6%) e del Canada (+1,1%). Ma niente a che vedere con l’Australia, che, caso unico, è riuscita a preservarsi dalla recessione perfino nel 2008, l’anno della terribile crisi finanziaria, all’origine della debacle.
Ma perché l’Australia continua a correre? Grazie all’export di risorse naturali come il carbone e i minerali di ferro (l’export in generale è cresciuto del 3,3% nell’ultimo trimestre 2012), assorbito soprattutto dalla Cina, primo partner commerciale di Canberra. Nonostante un rallentamento, infatti, anche la potenza asiatica continua a crescere. L’aumento dell’export riesce a compensare in Australia la flessione (che c’è stata) dei consumi interni, nonostante un tasso di sconto ai minimi storici (del 3%), mantenuto così basso dalla Banca centrale proprio per salvaguardare la crescita. E’ un contesto che, a dire il vero, provoca pure qualche timore. Alcuni esperti affermano che, però, la corsa del comparto minerario dovrebbe fermarsi quest’anno. E anche il ministro australiano delle Finanze, Wayne Swan, ha messo le mani avanti: “La nostra economia resiste – ha dichiarato – ma sappiamo che certi settori sono setto pressione e la transizione di volani come il settore minerario verso una stabilizzazione potrebbe avvenire non senza strappi”. Sta di fatto che l’inflazione resta sotto controllo, deficit e debito pubblico si trovano a livelli invidiabili rispetto agli altri Paesi occidentali (Germania compresa). E la disoccupazione è salita a gennaio, ma solo al 5,4%.
Nel frattempo, tanto per accrescere ulteriormente l’appeal dell’Australia, stavolta presso i giovani, il ministero del Turismo australiano ha stanziato 3,2 milioni di euro per finanziare sei contratti a durata determinata di sei mesi, offerti a stranieri fra i 18 e i 30 anni: stipendio da 78mila euro e impieghi da sogno. Come il guardiano della fauna locale, canguri compresi, nel Sud del Paese, o il fotografo lifestyle a Melbourne. L’iniziativa Tourism Australia riprende su scala nazionale una campagna che era stata lanciata nel 2009. E che proponeva un posto di guardiano della riserva naturale di Hamilton Island. Si erano presentati 35mila giovani di 200 Paesi diversi…