Chi nega che il successo alle ultime elezione del MoVimento 5 Stelle sia un’assoluta novità, nega la realtà. Anche chi non li ha votati (io, per esempio) ha guardato con curiosità e (agli inizi, per quel che mi riguarda) con una certa simpatia il crescente successo di Beppe Grillo.
Casualmente, sono capitato di fronte all’albergo dove si erano riuniti i neo deputati e neo senatori M5S. Vedere tante facce nuove e giovani non può che ispirare fiducia e speranza.
Purtroppo, il mio ottimismo si è spento, quando li ho osservati sfilare, scuri in volto e serissimi, di fronte ai giornalisti. Vi dirò di più: qualcuno sembrava terrorizzato. Terrorizzato dal dire qualcosa di sbagliato o che – a chi ha dato consegne severe di silenzio – potesse sembrare sbagliato.
Vi prego di non rispondere col solito mantra “giornali di regime”, “ci hanno sempre offesi”, “non hai mai scritto nulla del movimento”, “ci hanno denigrato”, e via dicendo. Perché non è vero che tutte le testate hanno cercato di minimizzare il fenomeno. E se qualcuno l’ha fatto, per cecità o interessi personali, non capisco ugualmente il rifiuto del confronto.
L’elemento di novità, dicevamo, è sotto gli occhi di tutti.
Ma ci sono anche alcuni, sconfortanti, elementi di continuità.
Abbiamo avuto il campione della categoria del “sono stato mal interpretato”. Deve aver fatto scuola. Il giochino, lo sapete, è: anche se la sparo grossa, poi correggo, sono stato mal interpretato, è la solita congiura dei giornalisti comunisti-demo-pluto-giudaico-massonici.
Il 4 marzo, dopo il prevedibile vespaio di polemiche suscitato dalla sua dichiarazione, sempre sul suo blog, scriveva: “Rimango allibita dalle strumentalizzazioni in atto su una frase estrapolata da un post sul mio blog. Quella espressa era una analisi esclusivamente storica di questo periodo politico, che naturalmente condanno. In Italia il fascismo così come il comunismo è morto e sepolto da almeno trent’anni. Mi riferivo, facendo una analisi, al primo programma del 1919, basato su voto alle donne, elezioni e altre riforme sociali che sembravano prettamente socialiste rivoluzionarie e non certamente il preludio di una futura dittatura”.
Insomma: sono stata mal interpretata.
Se si vuole dare davvero un elemento di discontinuità col passato, sarebbe bastato dire: ho detto una cazzata. Bastava anche un: mi sono espressa male.
Insomma questo giochino del “sono sempre gli altri che non capiscono” ha davvero stancato.
E – prevengo – stanca anche il giochino: ci attaccano perché diamo fastidio.
Se si è “fortissimo” partito, si devono accettare le critiche. Si accetta di essere al centro dell’attenzione. Si accetta anche di essere vivisezionati, perché questo si fa con chi siede in Parlamento.
E si accetta di rispondere alle domande. Anche a quelle più scomode, o che si ritengono stupide. Per gli eletti e i militanti del MoVimento sarà chiarissimo cosa si intende fare e come. Non lo è per tutti gli altri (saremo tutti limitati?), non lo è per i mercati (invece è evidentissimo per gli squali della finanza che sull’incertezza continuano a fare affari d’oro), non lo è per il 39% dei giovani, disoccupati che aspettano risposte concrete e non slogan.
Perché, giova ricordarlo, “chi non è con noi è contro di noi”, era una delle frasi preferite di Mussolini. E del fascismo, giova ricordare anche questo, nulla va salvato perché mai nulla c’è stato di buono.