Il governatore della Banca d'Italia ha avvertito inoltre che "le politiche di remunerazione vanno riviste per allineare i compensi ai risultati di lungo periodo ed evitare gestioni miopi o inutilmente rischiose". E che i regolatori "devono mantenere a debita distanza le lobby finanziarie"
“Eccessi della finanza e utilizzo improprio di strumenti strutturati“. Sono i comportamenti che, secondo il governatore della Banca d’Italia, hanno scatenato la bufera che ha travolto Monte dei Paschi di Siena, “comportando gravi rischi per la liquidità della banca”. Con il caso della banca senese, secondo Ignazio Visco, è venuta alla luce “la natura strumentale delle operazioni volte a coprire perdite su prodotti di finanza strutturata“. Il numero uno di via Nazionale ha poi lasciato un commento sui super bonus a banchieri e manager, argomento sempre più attuale dopo il referendum svizzero contro i ricchi premi passato settimana scorsa.
“Le politiche di remunerazione vanno riviste per allineare i compensi ai risultati di lungo periodo ed evitare gestioni miopi o inutilmente rischiose”, ha detto sottolineando che “anche le buonuscite dei manager devono basarsi in maniera chiara ed efficace sui risultati conseguiti, oltre che su una più generale valutazione del loro operato”. Visco ha poi avvertito che il settore finanziario può essere anche “una forza positiva” e creare “buone innovazioni” come il microcredito o il capitale di rischio che ha creato Apple o Google, ma “è importante che i regolatori e i supervisori siano attenti a mantenere a debita distanza le lobby del settore finanziario“.
Il governatore di Bankitalia, chiudendo il suo intervento all’Accademica dei Lincei, ha citato alcuni passi di un libro di Curzio Giannini, economista della Banca d’Italia, prematuramente scomparso una decina di anni fa, per tornare a delineare i compiti di un banchiere centrale. “La legittimazione delle banche centrali non viene né all’attivismo né dalla capacità di produrre reddito né, se non in un senso molto indiretto, dall’efficienza. Viene dalla competenza, dalla moderazione, dall’orientamento al medio-lungo periodo, dal rifiuto di assumere compiti esulanti dai propri ruoli primari”.