Il capo della Cia a Roma incontrò Clemente Mastella nell’estate del 2007 per promettere “riconoscenza” all’allora ministro della Giustizia del governo Prodi se avesse mollato il centrosinistra. Lo racconta il senatore uscente Sergio De Gregorio nell’interrogatorio fiume con i pm napoletani nell’indagine sulla sua corruzione da parte di Berlusconi e Valter Lavitola. Il verbale in questo punto è coperto da omissis, ma alla giunta per le autorizzazioni che dovrà esprimersi sulla richiesta di acquisire i tabulati di Berlusconi ne è stata depositata la versione integrale.
Nella parte pubblica del verbale De Gregorio racconta che nel luglio scorso incontrò a Roma Marcello Dell’Utri per mostrargli un elenco delle cose fatte per Berlusconi. In quel caso il senatore cita anche “il mio intervento con gli americani per mandare a casa Prodi”. Nella parte segreta spiega meglio: “nell’estate 2007”, si legge nel verbale d’inchiesta dei pm Vincenzo Piscitelli, Henry John Woodcock, Fabrizio Vanorio, Francesco Curcio e Alessandro Milita, “ho organizzato un pranzo tra me, Enzo De Chiara, Robert Gorelich e Clemente Mastella. In quell’occasione, Gorelich disse chiaramente a Mastella che l’Amministrazione Usa avrebbe mostrato riconoscenza a chi avesse messo fine all’esperienza (del governo Prodi)”.
Robert Gorelich non è un signore qualsiasi, ex capo della Cia in Perù, il suo nome uscì sui giornali nel 2004 quando fu convocato come persona informata dei fatti dai magistrati peruviani in merito a un’indagine relativa a un traffico di armi con la Colombia che riguardava il capo dei servizi di Lima. Nel 2007 Gorelich era, secondo De Gregorio, il capo della Cia a Roma. Anche il quarto commensale, Enzo De Chiara, 77 anni, nativo di Aversa, era un uomo chiave delle relazioni atlantiche. De Chiara è un amico della famiglia Bush che fa la sua fortuna a New York come responsabile commerciale di Gucci e poi titolare del ristorante “Romeo e Giulietta”, È stato consigliere del Partito Repubblicano e della Nato.
Alla vigilia della formazione del primo governo Berlusconi nel 1994 incontra – assieme a Gianmario Ferramonti – Umberto Bossi e Umberto Maroni. Coinvolto nell’inchiesta Phoney money nel 1996 ad Aosta (da cui esce indenne) le intercettazioni della P4 lo segnalano in ottimi rapporti con Luigi Bisignani e il suo amico, il prefetto di Roma Giuseppe Pecoraro. Al Fatto, Clemente Mastella precisa: “Sergio De Gregorio mi chiamò ed effettivamente andai in questo ristorante a Roma che si trovava all’interno di un albergo. Per me”, precisa l’ex ministro, “fu una mezza colazione volante. Conoscevo De Chiara dai tempi della Dc ma non sapevo che l’altro commensale fosse un agente segreto della Cia. Sorrisi, ascoltai e me ne andai dopo pochi minuti perché mi pareva un’americanata. Sapevo già che l’amministrazione Bush non era favorevole a Prodi. Ma non è vero che mi promisero riconoscenza se avessi lasciato il governo. E poi cosa mi potevano promettere gli americani? Facevo il ministro della Giustizia mica l’usciere, ero all’apice della carriera politica. Certo rimasi stupito dalla confidenza tra i rappresentati degli Stati Uniti e De Gregorio e mi chiesi ‘ma come fanno gli americani a dare così tanto credito a De Gregorio’”. Il deputato radicale Maurizio Turco non la vede così: “Le dichiarazioni di De Gregorio sulla caduta del governo Prodi e sul ruolo dell’amministrazione americana, fanno il paio con quelle relative al servizio segreto Sismi e rappresentano una cosa enorme tanto da meritare una commissione parlamentare di inchiesta”.
da Il Fatto Quotidiano dell’8 marzo 2013
Politica
Prodi, la caduta del governo. De Gregorio: “Cia riconoscente a Mastella”
Secondo il senatore, Robert Gorelich, allora capo del Central Intelligence Agency a Roma, "disse all'ex ministro della Giustizia che l’Amministrazione americana avrebbe mostrato riconoscenza a chi avesse messo fine all’esperienza dell'esecutivo di centrosinistra"
Il capo della Cia a Roma incontrò Clemente Mastella nell’estate del 2007 per promettere “riconoscenza” all’allora ministro della Giustizia del governo Prodi se avesse mollato il centrosinistra. Lo racconta il senatore uscente Sergio De Gregorio nell’interrogatorio fiume con i pm napoletani nell’indagine sulla sua corruzione da parte di Berlusconi e Valter Lavitola. Il verbale in questo punto è coperto da omissis, ma alla giunta per le autorizzazioni che dovrà esprimersi sulla richiesta di acquisire i tabulati di Berlusconi ne è stata depositata la versione integrale.
Nella parte pubblica del verbale De Gregorio racconta che nel luglio scorso incontrò a Roma Marcello Dell’Utri per mostrargli un elenco delle cose fatte per Berlusconi. In quel caso il senatore cita anche “il mio intervento con gli americani per mandare a casa Prodi”. Nella parte segreta spiega meglio: “nell’estate 2007”, si legge nel verbale d’inchiesta dei pm Vincenzo Piscitelli, Henry John Woodcock, Fabrizio Vanorio, Francesco Curcio e Alessandro Milita, “ho organizzato un pranzo tra me, Enzo De Chiara, Robert Gorelich e Clemente Mastella. In quell’occasione, Gorelich disse chiaramente a Mastella che l’Amministrazione Usa avrebbe mostrato riconoscenza a chi avesse messo fine all’esperienza (del governo Prodi)”.
Robert Gorelich non è un signore qualsiasi, ex capo della Cia in Perù, il suo nome uscì sui giornali nel 2004 quando fu convocato come persona informata dei fatti dai magistrati peruviani in merito a un’indagine relativa a un traffico di armi con la Colombia che riguardava il capo dei servizi di Lima. Nel 2007 Gorelich era, secondo De Gregorio, il capo della Cia a Roma. Anche il quarto commensale, Enzo De Chiara, 77 anni, nativo di Aversa, era un uomo chiave delle relazioni atlantiche. De Chiara è un amico della famiglia Bush che fa la sua fortuna a New York come responsabile commerciale di Gucci e poi titolare del ristorante “Romeo e Giulietta”, È stato consigliere del Partito Repubblicano e della Nato.
Alla vigilia della formazione del primo governo Berlusconi nel 1994 incontra – assieme a Gianmario Ferramonti – Umberto Bossi e Umberto Maroni. Coinvolto nell’inchiesta Phoney money nel 1996 ad Aosta (da cui esce indenne) le intercettazioni della P4 lo segnalano in ottimi rapporti con Luigi Bisignani e il suo amico, il prefetto di Roma Giuseppe Pecoraro. Al Fatto, Clemente Mastella precisa: “Sergio De Gregorio mi chiamò ed effettivamente andai in questo ristorante a Roma che si trovava all’interno di un albergo. Per me”, precisa l’ex ministro, “fu una mezza colazione volante. Conoscevo De Chiara dai tempi della Dc ma non sapevo che l’altro commensale fosse un agente segreto della Cia. Sorrisi, ascoltai e me ne andai dopo pochi minuti perché mi pareva un’americanata. Sapevo già che l’amministrazione Bush non era favorevole a Prodi. Ma non è vero che mi promisero riconoscenza se avessi lasciato il governo. E poi cosa mi potevano promettere gli americani? Facevo il ministro della Giustizia mica l’usciere, ero all’apice della carriera politica. Certo rimasi stupito dalla confidenza tra i rappresentati degli Stati Uniti e De Gregorio e mi chiesi ‘ma come fanno gli americani a dare così tanto credito a De Gregorio’”. Il deputato radicale Maurizio Turco non la vede così: “Le dichiarazioni di De Gregorio sulla caduta del governo Prodi e sul ruolo dell’amministrazione americana, fanno il paio con quelle relative al servizio segreto Sismi e rappresentano una cosa enorme tanto da meritare una commissione parlamentare di inchiesta”.
da Il Fatto Quotidiano dell’8 marzo 2013
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Mosca, 23 feb. (Adnkronos/Afp) - "Il dialogo tra due presidenti davvero straordinari è promettente. È importante che nulla ostacoli l'attuazione della loro volontà politica". Lo ha dichiarato il portavoce della presidenza russa Dmitri Peskov in un'intervista alla televisione, parlando della fermezza degli Stati Uniti nei confronti di Kiev e sulle dichiarazioni ostili di Trump nei confronti del presidente ucraino Volodymyr Zelensky.
Roma, 23 feb. - (Adnkronos) - Resterà per sempre il cantante di "Bandiera gialla", canzone simbolo della musica leggera degli anni '60: Gianni Pettenati è morto nella sua casa di Albenga (Savona) all'età di 79 anni. L'annuncio della scomparsa, avvenuta nella notte, è stato dato con un post sui social dalla figlia Maria Laura: "Nella propria casa, come voleva lui, con i suoi affetti vicino, con l'amore dei suoi figli Maria Laura, Samuela e Gianlorenzo e l'adorato gatto Cipria, dopo una lunga ed estenuante malattia, ci ha lasciato papà. Non abbiamo mai smesso di amarti. Ti abbracciamo forte. Le esequie si terranno in forma strettamente riservata".
Nato a Piacenza il 29 ottobre 1945, Gianni Pettenati debutta nel 1965, vincendo il Festival di Bellaria ed entra a far parte del gruppo degli Juniors e nel 1966, accompagnato dallo stesso gruppo, incide il suo primo 45 giri, una cover di "Like a Rolling Stone" di Bob Dylan intitolata "Come una pietra che rotola", seguita da quello che rimane il suo maggiore successo "Bandiera gialla", versione italiana di "The pied piper" incisa lo stesso anno da Patty Pravo (in lingua originale, come lato B del singolo "Ragazzo Triste" per la promozione del locale Piper Club di Roma, diventando il brano simbolo della famosa discoteca), diventata un evergreen, immancabile quando si gioca al karaoke o nelle serate revival nelle discoteche e nelle feste. Il 45 giri successivo, nuovamente con gli Juniors, è "Il superuomo" (cover di "Sunshine superman" di Donovan), mentre sul lato B del disco compare "Puoi farmi piangere" (cover di "I put a spell on you" di Screamin' Jay Hawkins, incisa con l'arrangiamento della versione di Alan Price), con il testo italiano di Mogol. Sempre nel 1967 Pettenati partecipa al Festival di Sanremo con "La rivoluzione", a Un disco per l'estate con "Io credo in te", al Cantagiro con "Un cavallo e una testa" (scritta da Paolo Conte) e a Scala Reale sul Canale Nazionale della Rai in squadra con il vincitore di quell'anno, Claudio Villa, e con Iva Zanicchi, battendo Gianni Morandi, Sandie Shaw e Dino.
Nel 1968 insieme ad Antoine entra in finale al festival di Sanremo con "La tramontana", brano molto fortunato che il cantante piacentino ha sempre riproposto nei suoi concerti. Seguono altri successi come "Caldo caldo", "Cin cin", "I tuoi capricci" e collaborazioni artistiche con diversi autori della canzone italiana. Critico musicale, Pettenati è autore di diversi libri sulla storia della musica leggera italiana tra cui "Quelli eran giorni - 30 anni di canzoni italiane" (Ricordi, con Red Ronnie); "Gli anni '60 in America" (Edizioni Virgilio); "Mina come sono" (Edizioni Virgilio); "Io Renato Zero" (Edizioni Virgilio); "Alice se ne va" (Edizioni Asefi). Nel 2018 era stata concessa a Pettenati la legge Bacchelli che prevede un assegno vitalizio di 24mila euro annui a favore di cittadini illustri, con meriti in diversi campi, che versino in stato di particolare necessità. (di Paolo Martini)
Parigi, 23 feb. (Adnkronos/Afp) - Tre persone, oltre al presunto autore, sono state arrestate per l'attacco mortale di ieri a Mulhouse, nell'est della Francia. Lo ha reso noto la Procura nazionale antiterrorismo. Il principale sospettato, nato in Algeria 37 anni fa, è stato arrestato poco dopo l'aggressione con coltello che ha ucciso un portoghese di 69 anni e ferito almeno tre agenti della polizia municipale.
Mosca, 23 feb. (Adnkronos/Afp) - "Il destino ha voluto così, Dio ha voluto così, se così posso dire. Una missione tanto difficile quanto onorevole - difendere la Russia - è stata posta sulle nostre e vostre spalle unite". Lo ha detto il presidente russo Vladimir Putin ai soldati che hanno combattuto in Ucraina, durante una cerimonia organizzata al Cremlino in occasione della Giornata dei Difensori della Patria.
Kiev, 23 feb. (Adnkronos/Afp) - Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha invocato l'unità degli Stati Uniti e dell'Europa per giungere a una "pace duratura", alla vigilia del terzo anniversario dell'invasione russa e sulla scia della svolta favorevole a Mosca presa da Donald Trump.
"Dobbiamo fare del nostro meglio per una pace duratura e giusta per l'Ucraina. Ciò è possibile con l'unità di tutti i partner: ci vuole la forza di tutta l'Europa, la forza dell'America, la forza di tutti coloro che vogliono una pace duratura", ha scritto Zelensky su Telegram.
Parigi, 23 feb. (Adnkronos/Afp) - Tre persone, oltre al presunto autore, sono state arrestate per l'attacco mortale di ieri a Mulhouse, nell'est della Francia. Lo ha reso noto la Procura nazionale antiterrorismo. Il principale sospettato, nato in Algeria 37 anni fa, è stato arrestato poco dopo l'aggressione con coltello che ha ucciso un portoghese di 69 anni e ferito almeno tre agenti di polizia municipale.
Beirut, 23 feb. (Adnkronos/Afp) - Decine di migliaia di persone si sono radunate per partecipare ai funerali di Hassan Nasrallah, in uno stadio alla periferia di Beirut. Molte le bandiere di Hezbollah e i ritratti del leader assassinato che ha guidato il movimento libanese, sostenuto dall'Iran, per oltre tre decenni. Uomini, donne e bambini provenienti dal Libano e da altri luoghi hanno camminato a piedi nel freddo pungente per raggiungere il luogo della cerimonia, ritardata per motivi di sicurezza dopo la morte di Nasrallah avvenuta in un massiccio attacco israeliano al bastione di Hezbollah a Beirut sud a settembre.
Mentre la folla si radunava, i media statali libanesi hanno riferito di attacchi israeliani in alcune zone del Libano meridionale, tra cui una località a circa 20 chilometri dal confine. L'esercito israeliano ha affermato di aver colpito nel Libano meridionale "diversi lanciarazzi che rappresentavano una minaccia imminente per i civili israeliani". Ritratti giganti di Nasrallah e di Hashem Safieddine (il successore designato di Nasrallah, ucciso in un altro attacco aereo israeliano prima che potesse assumere l'incarico) sono stati affissi sui muri e sui ponti nella parte sud di Beirut. Uno è stata appeso anche sopra un palco eretto sul campo del gremito Camille Chamoun Sports City Stadium, alla periferia della capitale, dove si svolgeranno i funerali dei due leader.
Lo stadio ha una capienza di circa 50mila persone, ma gli organizzatori di Hezbollah hanno installato decine di migliaia di posti a sedere extra sul campo e all'esterno, dove i partecipanti potranno seguire la cerimonia su uno schermo gigante. Hezbollah ha invitato alla cerimonia alti funzionari libanesi, alla presenza del presidente del parlamento iraniano, Mohammad Bagher Ghalibaf, e del ministro degli Esteri Abbas Araghchi. Quest'ultimo, in un discorso da Beirut, ha descritto i leader assassinati come "due eroi della resistenza" e ha giurato che "il cammino della resistenza continuerà".