Il decreto presidenziale prevede anche nuove misure per regolare il conflitto d’interesse tra i dipendenti pubblici, stabilendo che nel caso in cui si profili tale rischio i soggetti coinvolti dovranno "astenersi" da qualsiasi atto del proprio ufficio
Giro di vite su regali, telefonini e auto per i dipendenti pubblici. Lo prevede il decreto presidenziale approvato oggi dal consiglio dei ministri e che introduce il codice di comportamento per i lavoratori della pubblica amministrazione. Per quanto riguarda i doni, che “devono essere occasionali”, è stato fissato un tetto massimo di 150 euro. Chi ha a disposizione un mezzo di trasporto, invece, potrà utilizzarlo solo per ragioni di servizio e solo a questo titolo potrà “trasportare terzi”. Il codice di comportamento individua, “così come prescritto dalla norma di rango primario, le violazioni gravi o reiterate che comportano la sanzione del licenziamento con preavviso”.
Il decreto presidenziale prevede anche nuove misure per regolare il conflitto d’interesse nella pubblica amministrazione, stabilendo che nel caso in cui si profili tale rischio i soggetti coinvolti dovranno “astenersi” da qualsiasi atto del proprio ufficio. L’articolo 6, in particolare, stabilisce gli obblighi di comunicazione, a carico del dipendente pubblico, relativi a tutti i rapporti di collaborazione e ai conflitti d’interesse, diretti e indiretti, che egli, i suoi parenti, gli affini entro il secondo grado, il coniuge o il convivente, abbiano avuto negli ultimi tre anni.
Un pacchetto di norme poi riguarda in particolare i dirigenti che “prima di assumere le funzioni” dovranno comunicare “all’amministrazione la propria situazione patrimoniale, le partecipazioni azionarie e gli interessi finanziari che possono porlo in situazioni di conflitto di interesse” e “se il coniuge o gli stretti congiunti esercitano attività che li pongano in contatti frequenti con l’ufficio che dovrà dirigere”.
Il codice di comportamento, come previsto dal nuovo pacchetto di misure approvato dal Cdm su proposta del ministro della Funzione pubblica Filippo Patroni Griffi, può essere “esteso a tutti i collaboratori e consulenti, qualsiasi sia il contratto, l’incarico o il titolo, ai titolari di organi e di incarichi negli uffici di diretta collaborazione delle autorità politiche, nonché ai collaboratori di imprese fornitrici di beni e servizi e che realizzano opere in favore dell’amministrazione”.