Oxford Street, English Conversation Club, argomento del giorno: “Se l’euro zona collassa, che succede?” … Uhm, domanda di riserva? No, eh? Ok. I try.
Il mio compagno di conversazione è un fashion designer giapponese arrivato a Londra circa una settimana fa e al momento sprovvisto di inglese. E io con il mio scandalosissimo inglese maccheronico mi ritrovo a fargli da tutor! Gli faccio: “do you Know eurozone, what do you think about?” e poi ancora “I-U-R-O…ok, in UK we have pounds, in the euro zone, for instance in Italy, we have euro” … Never mind. Gli dico io. Non ti preoccupare. Sei qui solo da una settimana. È normale. Dentro di me invece “amico mio, non sai quello che ti aspetta, che qua è una giungla, e se non ti adegui in fretta ti mangiano vivo”.
Fortuna che l’insegnante si avvicina a noi e ci mette in un gruppetto più grande: io, un altro italiano sulla quarantina di Firenze, il giapponesino stiloso ed un galletto spagnolo. Così a ruota libera ricominciamo a discutere
sul futuro dell’eurozona. Io dico che non so cosa rispondere, che forse solo toccando davvero il fondo gli italiani si renderanno conto che un cambiamento è necessario e cominceranno davvero a volerlo. Il cambiamento dico.
Da italiana, da giornalista e da (fino a poco tempo fa) appassionata di politica non so nemmeno io che diavolo succeda in Italia. Con l’eurozona, le elezioni, il Papa e chi più ne ha ne metta. Invece loro, gli inglesi dico, sembrano essere abbastanza tranquilli e con le idee chiare. L’insegnante dell’ English Conversation Club – inglese, sui trenta, simpatico e very talkative – per esempio mi fa: “noi inglesi stiamo in un angolo a guardare l’Italia, la Spagna,
i paesi che al momento ci preoccupano di più. L’Italia soprattutto e Berlusconi, e Grillo. Un criminale e un comico. Davvero noi non riusciamo a capire (mio cugino inglese mi ha detto esattamente la stessa cosa al riguardo
del tipo “quindi ora l’Italia è nelle mani di un comico e di un criminale, all right?”) perché Berlusconi sia tornato, soprattutto perché voi glielo abbiate permesso. Noi aspettiamo la sua prossima folle mossa. E, se e quando ci sarà il referendum, gli inglesi sceglieranno di uscire dall’Europa e tutti gli italiani che si stanno riversando su Londra – e in UK in generale – dovranno tornarsene a casetta loro, o potranno restare qui solo con il Visa. Nel frattempo le vostre belle casette – sta già succedendo – verranno comprate da noi inglesi o dai tedeschi”.
Giustamente. Perché con quello che un inglese o un tedesco spendono per comprare un flat con due camere da letto a Londra potrebbero avere due, tre case in Italia, magari al Sud, economico, bellissimo, caldo e soleggiato tutto l’anno. Così forse, dopo aver lavato i panni e i piatti sporchi degli inglesi a Londra (perchè i sacrifici s’hanno da fa’ che tanto prima o poi arriva la svolta, basta pensare positivo e stringere i denti), torneremo a fare la stessa identica cosa ma in patria, nel nostro amato Belpaese…
di Roberta Genghi, Giornalista e blogger a Londra