Con la salute non si gioca. Ma Silvio Berlusconi ci ha abituati anche a questo. In passato ha promesso di sconfiggere definitivamente il cancro infischiandosene della sofferenza dei malati, in tanti casi senza speranza, e del dolore dei loro familiari. Più importante fare promesse all’elettorato italiano che in larga parte si è bevuto anche questa bufala, forse la più meschina che abbia mai sfoderato.
Quindi non può minimamente stupire se il Cavaliere ha strumentalizzato una congiuntivite per bloccare la richiesta di condanna che il procuratore aggiunto di Milano Ilda Boccassini avrebbe sicuramente pronunciato venerdì scorso al processo Ruby per concussione e prostituzione minorile.
Si è fatto ricoverare presso l’ospedale San Raffaele, dove è sempre stato di casa, anche per i suoi rapporti personali con il fondatore, don Luigi Verzè. Puntuale è scattato il melodramma con tanto di conferenza stampa del suo medico personale, Alberto Zangrillo, che ieri si è dilungato sulla ‘notte agitata’ del presidente Berlusconi.
Oggi, però, gli è andata male. I giudici del processo d’appello Mediaset, presidente del collegio Alessandra Galli, hanno mandato al San Raffaele(accogliendo la richiesta dell’accusa) due medici-periti che hanno sbugiardato il leader del Pdl: l’infiammazione agli occhi c’è, va curata, ma non è tale da non poter presenziare all’udienza. “Non sussite un impedimento alla partecipazione”. Al limite, hanno scritto ancora il medico legale, Carlo Goj e uno specialista del Policlinico, il professor Pasquale Troiano, “le lamentate problematiche visive del paziente – dolori all’occhio sinistro e fotofobia – possono incidere sull’efficacia psicofisica dell’imputato”. Insomma, il malessere può mandare giù l’umore di Berlusconi ma, se vuole, non gli impedisce di assistere al processo. Com’è suo diritto.
L’avvocato generale, Laura Bertolè Viale, che ha già chiesto la conferma della pena a 4 anni, inflitta dal tribunale per frode fiscale, si era opposta al legittimo impedimento con un’osservazione che ha strappato un sorriso in aula tra i cronisti: le luci dell’aula non sono così forti, quindi l’imputato, che si è presentato solo una volta a questo processo, volendo può presenziare. Il riferimento era a un certificato medico presentato dalla difesa in cui si diceva che Berlusconi non deve sottoporsi a troppa luce e deve essere protetto da occhiali scuri.
La Corte d’appello, di fronte all’esito della perizia, non poteva che respingere la richiesta di legittimo impedimento. Così stabilisce la legge: se un impedimento non è “assoluto” non può essere accolto. E il disturbo agli occhi di Berlusconi non lo è. Parola di medici. Vedremo quale malattia, o altra diavoleria tirerà fuori, in vista di lunedì quando dovrebbe esserci, il condizionale in questo caso è più che mai d’obbligo, la conclusione della requisitoria al processo Ruby.