Mario Draghi minimizza le preoccupazioni relative all’impatto delle elezioni italiane sulla crisi del debito parlando di scelte della democrazia mentre ribadisce l’efficacia del programma OMT e la necessità di implementare riforme strutturali per i paesi che intendono usufruirne. La Banca centrale europea lascia i tassi di interesse invariati allo 0,75 percento e conferma le aspettative di una graduale ripresa dell’economia più avanti nell’anno ma peggiora le stime di contrazione del Pil della zona euro.
Paolo Manasse – Professore di economia politica dell’Università di Bologna da Milano: “La democrazia può dare frutti avvelenati o degli ottimi frutti, il problema è che ancora non lo sappiamo, prima si risolve lo stallo politico meglio è altrimenti rischiamo un altro aumento vertiginoso dei tassi e poi di chiamare l’ennesimo pilota al di fuori dei partiti negando il risultato delle elezioni, non sarebbe una prova di maturità democratica“.