Al terribile incendio doloso e di matrice criminale che ha incenerito Città della Scienza, Napoli ha reagito con un flash mob a Bagnoli al quale hanno partecipato migliaia e migliaia di persone in un tripudio di palloncini colorati, bambini in festa e belle frasi consolatorie.
Tutto molto bello. Così come è bello vedere che Napoli è piena di tante splendide persone che soffrono sinceramente per la ferita inferta alla città e sacrificano una domenica mattina per dare un segnale di solidarietà alla Fondazione Idis e alle centinaia di dipendenti che da un anno non ricevono lo stipendio e ora rischiano di perdere il posto di lavoro.
Ma c’è chi, legittimamente, ha deciso di non aderire all’iniziativa, bollandola – leggo dai social network – come “utile solo agli egocentrici per pavoneggiarsi davanti alle telecamere e dire «Io sono qui per Città della Scienza e dire no alla camorra»”. Mentre c’è già chi inforna la Pizza ‘Città della Scienza’ (scritta con la mozzarella di bufala) e manda in giro la fotografia, forse per conquistare uno spazietto su qualche giornale locale. E meno male che non siamo sotto Natale, altrimenti qualche artigiano a San Gregorio Armeno avrebbe già realizzato la figura del pompiere che spegne l’incendio per il presepe.
Seguirà, quasi certamente, l’ennesimo inutile dibattito tra chi denuncia i mali di Napoli dall’esterno e chi reagisce piccato accusando scrittori e intellettuali di voler speculare sulle disgrazie di questa città straziata da un anno orribile: la devastazione del Museo dei Girolamini, lo sfratto dell’Istituto degli Studi Filosofici, il riesplodere della faida di Scampia, il crollo del palazzo alla Riviera di Chiaia, il disastro del trasporto pubblico, le chiese dei Decumani diventate ricettacoli di monnezza, tanto che c’è chi chiede l’uscita di Napoli dall’Unesco.
E’ in questi momenti che si sente la mancanza di una classe dirigente all’altezza. Intesa in senso largo, non politico: la borghesia, gli intellettuali, gli imprenditori. E anche i politici, certo. Una classe dirigente capace di dire qualcosa che non sia solo uno slogan a effetto. Come ai più è apparsa l’intervista al sito Parallelo41 di Claudio Velardi, un personaggio che in questa città per anni ha detenuto potere, tantissimo potere, come spin doctor di Antonio Bassolino. Velardi ha affermato che da Napoli i migliori che se vanno via e vi restano solo i mediocri. E propone per guarirne una sospensione della democrazia per almeno dieci anni con l’assunzione di superpoteri effettivi da parte di una persona o un gruppetto di persone, abolendo “le assemblee elettive, che fanno il maggiore danno. I voti a Napoli li fai attraverso la corruzione”. Velardi dimentica che per affrontare l’emergenza rifiuti a Napoli il governo diede i superpoteri a una serie di commissari straordinari. E la spazzatura, invece di scomparire, raggiunse il secondo piano dei palazzi.