”Chi ha seguito i lavori della Direzione nazionale del Pd sa bene che il tema del finanziamento ai partiti è ben compreso negli otto punti approvati all’unanimità”. E’ una replica dura, anche se indiretta, quella che il partito manda al sindaco di Firenzo Matteo Renzi, reo di avere criticato – e per di più in televisione – la linea del segretario sugli otto punti di programma per governare il Paese. Anche perché, e la nota lo dice in modo chiaro, alla direzione nazionale Renzi era stato vivacemente invitato, e da questa se ne era andato in anticipo senza neanche aver parlato. “Siamo intenzionati e pronti a rivedere – ribadisce il Pd – il finanziamento ai partiti, dentro a norme che riguardino anche essenziali garanzie di trasparenza e di democrazia nella loro vita interna. In una democrazia costituzionale una formazione politica che si presenta alle elezioni per governare dovrà pur dare qualche garanzia democratica. O forse è questo un tema meno rilevante rispetto a quello dei finanziamenti?”.
Del resto, le parole del rottamatore erano già state duramente commentate da Stefano Fassina in una intervista a Repubblica: “Renzi mostra scarso rispetto per la comunità di cui fa parte e cavalca spregiudicatamente l’antipolitica, provando a ridicolizzare il Pd in una situazione certamente difficile. Non è l’atteggiamento appropriato per un grande leader. Abbiamo organismi democratici – aggiunge – forse Matteo preferisce la cura individuale”. Fassina ha smentito che il Pd voglia offrire dei posti ai grillini. “Presentiamo al Paese proposte per affrontare l’emergenza economica e politica. Bisognerebbe evitare di dare sponda a Grillo facendo la caricatura delle posizioni democratiche”, ha detto. Salvo aggiungere e di fatto confermare: “Le presidenze delle Camere non sono di proprietà del Pd. C’è un risultato elettorale che mette in evidenza una sorta di tripartizione, e quindi è naturale che i gruppi in Parlamento riflettano. Il Pd non offre nulla però, perché non è proprietario di nulla. Alla luce del sole si cercherà di comporre il quadro uscito dalle urne”.
Quanto alla abolizione del finanziamento pubblico ai partiti rilanciata dal sindaco di Firenze, Fassina ha ironizzato: “Renzi mi pare davvero particolare! Da una parte dice che non bisogna inseguire Grillo e poi fa sue le proposte di Grillo”. Il finanziamento pubblico ai partiti è un “cardine della qualità della democrazia, così da consentire anche a chi non è miliardario di fare politica. Ovviamente – ha aggiunto – va fatta una legge sullo statuto dei partiti, in modo da consentire trasparenza, controlli, certezza nell’utilizzo delle risorse”.