“C’e’ chi tenta di risolvere l’impasse istituzionale in cui siamo con una trattativa fino all’ultimo giorno molto molto discutibile”. Così Matteo Renzi torna ad attaccare il segretario del Pd Pier Luigi Bersani sul tentativo di dialogo con Grillo. “Io faccio il tifo perché Bersani ce la faccia, ma non sono ottimista. Grillo continua a dire no, quindi non sono ottimista. Se Bersani non ce la fa, giocoforza si andrà a votare, non è che si sta cinque anni con un governo Pd Pdl o un governo di minoranza”. Oggi, durante l’assemblea degli eletti, il segretario ha provocato il leader M5S, dicendo che insegue il potere: “Vuol tenersi le mani libere e non per l’Italia, ma per qualcosa che si chiama potere. Noi, invece, facciamo l’inverso. Quel tanto di potere che abbiamo, lo mettiamo al servizio di questo Paese e cerchiamo una strada”.
Bersani è intervenuto anche sull’ipotesi dello scouting tra gli eletti del movimento 5 Stelle e ha ammonito: “Non si diffonda l’idea nemmeno da casa nostra che noi stiamo andando a cercare deputati senatori, non l’accetto, ci interessano le posizioni davanti al Paese”. Il segretario ha dedicato buona parte del suo discorso al nodo della creazione di un nuovo esecutivo e ha riconosciuto che, in quanto eletti del Pd, “siamo i primi senza poter essere i soli”. Si tratta di una “difficile responsabilità”, affidata dagli elettori che “non ci ha dato le chiavi di governabilità”. Riferendosi in particolare ai 5 Stelle ha osservato che “non ci conosciamo ancora, ma dobbiamo prendere decisioni, in un contesto alternativo. Altri hanno strutture di comando che guidano e guideranno i passi di questi giorni”.
E continuando a riferirsi ai rapporti col Movimento ha specificato che “arriveranno tutti i giorni sbarramenti, non solo di chi pensa di tenersi libere le mani. Un moderno principe in formazione può non essere mai sazio. Questi – ha proseguito riferendosi ai militanti del Movimento – pensano di avere inventato la politica, ma è una storia antica. E quindi può pensare di tenersi le mani libere. Per cosa? Per l’Italia? No, per una cosa che si chiama potere”, ha avvertito. “Noi facciamo l’inverso, quel tanto di potere che abbiamo lo mettiamo al servizio di questo paese”, ha assicurato. Emerge inoltre la difficoltà di capire in che modo dare un governo al Paese. E’ consapevole che si tratti di una strada stretta, strettissima” ma, al momento, aggiunge, “non è che abbiamo in giro delle autostrade”. Oltre al tema della formazione di un esecutivo, ha parlato anche di incarichi istituzionali, sottolineando che “non si fa scambio di poltrone”.
Per capire se si possa arrivare a un’intesa sulle presidenze delle due Camere, Bersani inoltre ha deciso di creare una delegazione incaricata di sondare gli altri gruppi parlamentari. “Tocca a noi una qualche iniziativa e abbiamo bisogno anche, per quel che riguarda noi, di un percorso trasparente perché non abbiamo una struttura di comando e dunque credo che dobbiamo chiarirci il percorso”, a partire dalla prima seduta della legislatura venerdì. Ha inoltre fissato “un altro appuntamento giovedì pomeriggio in forma separata tra Camera e Senato. Nel frattempo – ha proseguito – qualcuno si occuperà di fare un’istruttoria, per verificare la praticabilità del colloquio, registrare le intenzioni delle altre forze politiche per capire entro quali spazi si può prendere una decisione comune”. Sarà lo stesso Bersani ad annunciare al termine della riunione i nomi degli ‘ambasciatori’.