Qualche giorno fa è arrivata a mia figlia, che sta per compiere ventun anni, una lettera riguardante la donazione degli organi, firmata dal presidente della Regione Piemonte.

Allegato alla lettera, un pieghevole, che spiega perché è importante donare i propri organi e tessuti e indica come si può fare a esprimere la volontà di farlo. In copertina, un cuore impacchettato con un nastro da regalo, e la scritta: Donazione degli organi. Guida a una scelta consapevole.

Ho molto apprezzato questa iniziativa. Intanto, per il taglio educativo.

Anche se nella tua biografia di ragazza giovane non ci hai ancora pensato, e ti sembra una questione remota – dice la lettera – sappi che hai quattro volte più possibilità di avere bisogno di un trapianto rispetto alla probabilità di trovarti nella situazione di donare i tuoi organi. Riflettici, prendi una decisione, parlane con la tua famiglia (che sarà chiamata a testimoniare sulla tua volontà, o sarà consultata nel caso in cui tu non abbia preso una decisione in vita).

C’è anche un tesserino, che, compilato, esprime la volontà del soggetto, e che si può tenere nel portafoglio; la propria scelta si può comunicare anche all’Aido (Associazione italiana per la donazione degli organi) o alla propria Asl.

Le spiegazioni sono chiare e sintetiche: attraverso i trapianti di organi e tessuti è possibile salvare molte vite e curare svariate malattie diversamente non guaribili; l’espianto degli organi avviene quando la diagnosi di morte cerebrale è sicura, e non vi è alcuna possibilità di essere “depredati” dei propri organi quando si è ancora in coma o comunque non morti: se il cuore batte ancora, è solo per l’attività delle macchine. Gli organi non vengono venduti (il commercio degli organi è un atto criminale e perseguito dalla legge), e i costi del trapianto sono a carico del Servizio sanitario nazionale. Non è possibile stabilire a chi debba essere trapiantato un proprio organo: sono scelte che sono fatte in base alla lista d’attesa (che risponde al criterio dell’urgenza) e alla compatibilità clinica e immunologica tra donatore e ricevente. Il corpo dal quale sono prelevati gli organi è riconsegnato per il rito funebre non deturpato. Infine, tutte le religioni sono favorevoli alla donazione degli organi, vista come un atto profondamente etico.

Rimando a un prossimo post la complessa questione che si pone intorno all’opportunità di alcuni costosissimi trapianti di organi dal punto di vista di una giusta distribuzione delle risorse, considerando la loro limitatezza. E’ giusto spendere centinaia di migliaia di euro per un trapianto, a fronte delle molte carenze del Ssn che riguardano migliaia di pazienti? Questione troppo intricata per essere affrontata in poche righe.

Mettiamo a fuoco prima i quesiti più diffusi. Avete scelto o scegliereste per voi o per i vostri cari la donazione degli organi? Apprezzereste, come io ho fatto, quest’opportunità per far riflettere i vostri figli sulla morte? Avete qualche perplessità sulla constatazione della morte cerebrale, o sulla donazione in genere?

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