La proposta, nella sua semplicità, suona più o meno così: autobus gratuiti per tutti a Bologna. Ed è stata subito stroncata dai “tecnici” della giunta a guida Pd al governo sotto le Due Torri. “Possiamo parlare della luna o anche inventarci imposte – ha dichiarato la vicesindaco con delega al bilancio, Silvia Giannini – bisognerebbe però prima occuparsi dei problemi reali dei cittadini”. Una bocciatura netta e senza appello dunque. Eppure l’idea proposta dal consigliere bolognese a 5 Stelle Marco Piazza sembra non essere così lunare. “Abbiamo provato a fare un po’ di conti – racconta Piazza – Con una cifra di soli 7 euro al mese i cittadini di Bologna potrebbero garantirsi l’utilizzo gratuito e senza altre spese dei mezzi pubblici, trasformando il trasporto locale in un diritto di tutti. Per farlo basterebbe spostare quanto pagato annualmente in biglietti e abbonamenti, in totale 32milioni di euro, sulla fiscalità generale, spalmando così la cifra su tutta la popolazione, tra Bologna e comuni limitrofi 380mila persone. I vantaggi sarebbero un’aria più respirabile e una città con molto meno traffico. La nostra è una prospettiva ecologica e di qualità della vita”.
La proposta, per il momento, non sembra avere trovato sponde né tra i democratici né tra le file del centrodestra. Eppure in Europa e nel mondo sono molte le città che hanno concesso l’utilizzo gratuito, totale o parziale e spesso con soluzioni differenti, dei mezzi pubblici cittadini. Hasselt, cittadina belga di 70mila abitanti, ha fatto da apripista più di 15 anni fa, nel 1997. Poi sono arrivate Seattle e Portland negli Stati Uniti, Calgary in Canada, Sheffield in Gran Bretagna, Torrevieja in Spagna e l’accoppiata Sidney-Melbourne in Australia. Ultima in ordine di tempo la capitale dell’Estonia Tallin, con un referendum che ha sancito la gratuità del servizio bus urbano. E’ proprio il modello Tallin ad essere preso d’esempio dai 5 Stelle: “La nostra proposta non è certo da rendere operativa domani – racconta Marco Piazza – Ci stiamo lavorando e abbiamo chiesto alla città e alla politica di iniziare a discuterne. Pensiamo ad un referendum che su scala metropolitana chieda ai cittadini se vogliono o meno viaggiare su bus gratuiti. Potrebbe essere un buon punto nel programma di governo del dopo Merola, e saranno sempre i cittadini a decidere”.
“Attenzione – ci tiene a precisare Piazza – parlare di gratuità è tecnicamente sbagliato. I soldi, per qualsiasi servizio pubblico, bisogna sempre e comunque trovarli. E’ chiaro che in questi casi i tecnicismi sono importantissimi, ma rispondere sul merito politico della proposta vuol dire avere una visione sul futuro di Bologna. Invito tutti a ragionarci con una prospettiva metropolitana, non solo Bologna ma anche i comuni limitrofi della cosiddetta zona 1 del bus”. Ad ostacolo della proposta politica dei 5 Stelle, per niente scontata viste le reazioni, si contrappongono alcuni problemi legislativi, primo fra tutti la legge Burlando del 97 che prevede una percentuale del 35% sul costo del trasporto locale da coprire con biglietti o equivalenti (si parla di “ricavi da traffico”). “E’ chiaro che su questo punto o c’è un intervento del legislatore nazionale oppure si fanno rientrare quei 7 euro di cui parliamo alla voce ricavi da traffico”, spiega Piazza.
Che la proposta dei 5 Stelle sia ancora in lavorazione lo dimostra il fatto che in quella cifra, 7 euro a testa al mese, non sono stati considerati i risparmi dell’ipotetica dismissione di tutta la macchina dei controlli di Tper, la società che gestisce il servizio bus: tornelli, vidimatrici automatiche, attività di manutenzione e campagne comunicative contro i cosiddetti “portoghesi”. Sempre nel calcolo dei sette euro non sono stati per ora inclusi i city user non residenti. Per una città universitaria come Bologna una cifra che potenzialmente potrebbe aggirarsi attorno ai 50mila studenti, e i 7 euro potrebbero diventare 6 euro e 30 centesimi. Come fare? “Si potrebbe pensare ad integrare quei soldi nella tassa di iscrizione. Dopo tutto 6 euro al mese corrispondono a quattro biglietti del bus, una cifra su cui penso si possa ragionare”.