Mentre il settore sanitario fa i conti coi tagli, si scopre che dal 2002 una libera professionista bolognese ha lavorato part time due giorni a settimana, percependo 897 mila euro, Iva e oneri previdenziali esclusi per "l'elaborazione grafica in computer design degli interni della futura struttura ospedaliera"
Mentre la sanità ferrarese sta per passare attraverso un piano riorganizzativo da lacrime e stridore di denti, con tagli e accorpamenti per 26 milioni di euro, spunta dalle delibere dell’azienda ospedaliero universitaria una consulenza d’oro che si protrae da più di dieci anni. Incarichi a una giovane architetto di Bologna (all’epoca del primo contratto aveva 34 anni), Anna Ricciarelli, classe ’68, che nel tempo sono costati quasi 900mila euro, iva e contributi previdenziali esclusi. Per un impegno di due giorni a settimana, secondo orari da concordare con l’interessata.
Il rapporto tra azienda Sant’Anna e la professionista sorge nel 2002. Cona era ancora molto al di là da venire, nonostante le giunte locali di centrosinistra abbiano ostentato negli anni il più incauto ottimismo. Il maxi ospedale, costato oltre 300 milioni di euro, che superano i 500 con le infrastrutture di collegamento, verrà inaugurato, tra un trasloco fallito e l’altro, nel maggio 2012.
Ma torniamo al 2002. L’allora direttore generale Ubaldo Montaguti, che passò poi a identico incarico nel Policlinico Umberto I di Roma, affidò alla Ricciarelli la consulenza tecnica “a supporto delle attività di elaborazione del master plan” del nuovo arcispedale S. Anna di Cona. Vale a dire l’“inserimento di tutte le discipline e tipologie di lavoro per gli edifici esistenti e da progettare, rete viaria, parcheggi e aree verdi, reti impiantistiche esterne relative alle utenze, grading e movimentazioni di terra, analisi dei percorsi interni ed esterni, segnaletica interna ed esterna”.
Questo sempre per l’ospedale che aprirà dieci anni dopo. Si chiedeva poi l’“interfacciamento costante con il responsabile del procedimento e il project manager, finalizzato alla realizzazione delle modificazioni che si renderanno necessarie”. Altra consulenza richiesta era relativa “all’applicazione informatica avanzata nell’ambito delle tecniche grafiche CAD inerenti ai settori edilizio, impiantistico, logistico, pubblicitario e dell’immagine anche con I’utilizzo di programmi di fotoritocco ed elaborazione di immagini e di documenti fotografici in 2D e3D”. Grafici bi e tridimensionali insomma. Questo per la cifra di 51.654,69 euro (iva e oneri previdenziali esclusi) per un anno con un “impegno minimo di due accessi settimanali”.
La delibera motivava il ricorso a una figura esterna con la necessità “di reperire dall’esterno specifiche figure professionali”, anche perché “all’interno del Dipartimento risorse tecniche e patrimoniali, le figure professionali laureate, sia ingegnere che architetto, risultano tutte fortemente impegnate sia in ambito di gestione del patrimonio, sia in ambito di progettazione e direzione lavori con specifico riguardo all’erigendo polo ospedaliero di Cona”. Per farla breve all’interno del personale aziendale non c’era nessuno che potesse fare altrettanto. O, se c’era, era impegnato. Questo per undici anni.
E infatti ecco la seconda delibera, la numero 140, speculare alla prima. L’anno dopo, delibera 188, cambia l’oggetto dell’incarico. Si richiede l’elaborazione grafica in computer design della futura struttura. Sempre 51mila euro. La necessità grafica permane anche l’anno successivo. Siamo alla delibera 169 del 2005. Costo invariato.
Nel 2006 c’è un balzo in avanti in quanto a onorario. Con la delibera 163 la Ricciarelli ottiene un incarico triennale. Sono 255mila euro (85mila per tre anni), “quale supporto per l’esame delle proposte progettuali relative al complessivo procedimento di completamento del nuovo Ospedale di Cona” e altro dettagli. A chiedere la proroga dell’incarico (con nota del 24.07.2006) è il responsabile amministrativo del Progetto Ospedaliero di Cona Marino Pinelli (condannato in primo grado a un anno in rito abbreviato per abuso di ufficio e falso ideologico nell’inchiesta su Cona).
Identico oggetto nel 2009, quando la delibera numero 44 stanzia in favore della Ricciarelli circa 119mila euro. Qui però si fa strada un piccolo problema: “in conseguenza delle maggiori prestazioni di forte impatto professionale collegate ad esigenze progettuali e di supporto tecnico organizzativo”, l’architetto chiede un quid in più. Problema subito risolto. Alla professionista vengono dati altri 12.499,98 euro come “riconoscimento economico aggiuntivo”. La firma è del direttore generale Riccardo Baldi, anche lui imputato nell’affaire Cona. Baldi firma anche la delibera 239 del 2010: altri 110mila euro.
Siamo alla delibera 122 del 2011, che prevede “adempimenti collegati alla rimodulazione delle attività ospedaliere nonché collegato ai tempi tecnici dell’attivazione del nuovo ospedale, in particolare per affrontare sul piano tecnico-organizzativo-gestionale la sua messa a regime”. Compenso: 165mila euro. Qui in calce compare per la prima volta la firma dell’attuale dg Gabriele Rinaldi. Così come nella delibera 275 del 2012. Con questa, l’ultima targata Ricciarelli, si dà atto “che la proroga del contratto libero professionale con l’architetto Anna Ricciarelli è necessario per garantire la continuità dell’attività professionale attualmente prestata per adempimenti collegati alla rimodulazione dell’attività ospedaliera per completare sul piano tecnico organizzativo – gestionale la messa a regime del nuovo polo ospedaliero sito in località Cona”. Il corrispettivo è di 29.333,31 euro.
La serie, anche per ovvi motivi temporali, si ferma qui. E non dovrebbe continuare, assicurano gli attuali vertici del Sant’Anna. “L’incarico scadrà il 30 aprile – conferma Rinaldi -, data che sancirà definitivamente la fine del rapporto. Questa direzione aveva già provveduto a ridurre i compensi dell’architetto, aumentandone contemporaneamente il volume di lavoro”. Per volume di lavoro si intende gli accessi settimanali dell’architetto al progetto: anziché i due precedenti, nell’ultimo anno il committente ne richiede ben tre.