Il partito democratico sceglie tre nomi lontani dalla burocrazia (con l'eccezione del primo) per portare avanti la partita, soprattutto con il 5 stelle su Camera e Senato. Bersani cerca il dialogo alla luce del sole per rispondere alle polemiche: "Non si tratta di presentare nomi, ma di vedere che condizioni ci sono per uscire dalla nebbia". Domani il primo incontro
Luigi Zanda per il Senato, Rosa Calipari per la Camara e Davide Zoggia, neodeputato e responsabile degli enti locali sono stati delegati dai gruppi parlamentari del Pd per trattare con le altre forze la partita delle presidenze delle camere. Si tratta della prima manche della difficile partita politico istituzionale che riguarda gli eventuali assetti di maggioranza in parlamento e la formazione di un governo. Una partita che si gioca soprattutto guardando ai gruppi del M5s di Beppe Grillo, che i tre potrebbero vedere già domani nel primo pomeriggio. In segno di buona volontà il Pd potrebbe avanzare la candidatura per la presidenza di palazzo Madama di Piero Grasso, ex procuratore nazionale antimafia eletto nelle liste del Pd, giudicato gradito al movimento grillino; per quanto non vi siano stati riscontri né ufficiali né ufficiosi in tal senso.
Il Pd, comunque, non può che proseguire nella propria ‘offensiva’ unilaterale nei riguardi dei 5 stelle. Di qui la decisione di comporre anche una delegazione che abbia il minor sapore possibile di burocrazia di partito. A parte Zanda, infatti, che dai tempi del Cda Rai ormai è diventato un provetto sherpa istituzionale, rinomato per l’abilità di ambasciatore al punto di aver gestito la partita della legge elettorale alla fine della scorsa legislatura (anche se terminata come noto), gli altri due incaricati sono novizi delle partiti politico istituzionali. Rosa Calipari, vedova di Nicola, vittima del «fuoco amico» durante la liberazione di Giuliana Sgrena, è al primo incarico di natura politica per quanto sia alla seconda legislatura.
E anche Davide Zoggia è un assoluto novizio, tanto che molti giornalisti neanche lo conoscevano: ex presidente della provincia di Venezia, è responsabile enti locali e neodeputato del Pd. I tre hanno “il compito di cercare contatti con gli altri gruppi e di trasmettere questa nostra possibilità al ragionamento“ con le altre forze sulle presidenze delle Camere. Al riguardo i candidati ufficiali del Pd sarebbero Dario Franceschini per la Camera e Anna Finocchiaro per il Senato, con la prospettiva di un eventuale trampolino alla volta del Qurinale. Ma per palazzo Madama, nell’intento di blandire il voto del gruppo grillino, il Pd pensa appunto a Piero Grasso. L’altra possibilità, quella di convergere direttamente su un esponente del gruppo a 5 stelle, pare assolutamente minoritaria, se non altro in quanto si tratta della seconda carica dello stato e dal momento che serve a poco dati i numeri sottrarre un voto, dato che per prassi il presidente del senato non vota.
“Torneremo a discutere giovedì – fa sapere il segretario del Pd Pierluigi Bersani – bisogna dialogare per il governo delle istituzioni“. Bersani aggiunge che il Pd indica “una ristretta delegazione che abbia il compito di fare una ricognizione di dialogo possibile. Non si tratta di presentare nomi o altri ma di vedere a che condizioni ci sono perché siamo ancora nelle nebbie totali“. Oggi, conclude il leader del Pd “ho sentito voci che spero vengano smentite: il Pdl che minaccia di non presentarsi alle sedute e del Movimento 5 Stelle ancora non sappiamo nulla“.