“Il Presidente della Repubblica ha espresso il suo vivo rammarico per il riaccendersi di tensioni e contrapposizioni tra politica e giustizia. Rammarico, in particolare, per quanto è accaduto ed è sfociato in una manifestazione politica senza precedenti all’interno del palazzo di giustizia di Milano”. A quasi 24 ore dalla marcia del Pdl sul tribunale in cui si svolgeva l’udienza del processo Ruby e l’occupazione del tribunale da parte dei 196 parlamentari del Popolo della libertà, Giorgio Napolitano incontra il segretario Pdl, Angelino Alfano, e i capigruppo uscenti di Camera e Senato, Fabrizio Cicchitto e Maurizio Gasparri che ieri ne avevano chiesto l’intervento per fermare “l’accanimento giudiziario” dei magistrati contro Silvio Berlusconi.
La nota che esce dal Quirinale al termine dell’incontro è generica: richiamando un comune e generale senso di responsabilità”, Napolitano fa riferimento da una parte alla libertà di espressione che “non deve essere mai messa in discussione” così come “l’autonomia e l’indipendenza della magistratura“. L’auspicio è di un “immediato cambiamento del clima venutosi a creare”.
Riferendo dell’incontro con i rappresentanti del Pdl il Colle spiega la “preoccupazione di carattere politico-istituzionale per recenti sviluppi delle vicende giudiziarie riguardanti il leader del partito e capo della loro coalizione (Silvio Berlusconi, ndr). “I rappresentanti del Pdl hanno altresì espresso piena consapevolezza della natura delle responsabilità e delle prerogative del Capo dello Stato che non può interferire nell’esercizio del potere giudiziario – si legge nel comunicato del Quirinale – e quindi non gli hanno rivolto alcuna richiesta di impropri interventi in materia”.
Sarà un summit stasera al Quirinale con l’ufficio di presidenza del Csm, del quale l’inquilino del Colle è presidente, a fare il punto sulle ulteriori “valutazioni”. Il tema agita un quadro che cerca di comporsi in vista dell’avvio ufficiale della legislatura, il 15 marzo, e degli appuntamenti che vanno dalla nomina dei presidenti delle Camere alla formazione del governo, sino alla nomina del successore di Napolitano. Il Pd oggi incontrerà, in Parlamento, i rappresentanti del M5s che intanto ripetono il loro “no a scambi di poltrone” e anticipano che “staremo solo a sentire” i ‘pontieri’ mandati in avanscoperta.
E resta alta tensione tra Grillo e Bersani, con il segretario Pd che non cede alla pressione sul finanziamento ai partiti, mentre la ‘due diligence’ ipotizzata da Matteo Renzi sui conti del partito provoca l’annuncio da parte del tesoriere di azioni legali. Pesa su tutto la questione giudiziaria. Ed è ancora Grillo a stare sulla scena: dichiara la sua solidarietà ai magistrati di Milano e invita Berlusconi a seguire l’esempio di Craxi. Insomma, a darsi alla latitanza. “E’ in corso un tentativo di eliminazione per via giudiziaria del leader del centrodestra italiano che milioni di elettori hanno nuovamente scelto con un consenso che ha prodotto un sostanziale pareggio alle ultime elezioni”, dicono Alfano, Cicchitto e Gasparri al termine dell’incontro con Napolitano. “Il Popolo della Libertà – assicurano – continuerà a esprimere, con tutte le forze di cui dispone, le proprie ragioni e a difendere la propria storia e quella di Silvio Berlusconi”.