Cade l’aggravante del metodo camorristico, cadono le accuse di aver capeggiato un cartello criminale in grado di andare a trattare con il clan D’Auria-Fezza Petrosino il sostegno alle sue campagne elettorali al Comune di Pagani (Salerno) e in Regione Campania. La sentenza che condanna il consigliere regionale campano Pdl Alberico Gambino a 2 anni e 10 mesi per concussione e violenza privata e a un anno di interdizione dai pubblici uffici – avrebbe imposto a un imprenditore l’assunzione di un pregiudicato – è una sentenza che proscioglie il potente politico azzurro del salernitani dai reati più gravi e suona come una sostanziale vittoria delle tesi difensive.
L’ha pronunciata stamane il Tribunale di Nocera Inferiore presieduto dal giudice Anna Allegro, che ha assolto nove degli undici imputati del processo ‘Linea d’Ombra’. Il pm della Direzione Distrettuale Antimafia di Salerno, Vincenzo Montemurro, aveva chiesto condanne severe per otto di loro. A cominciare da Gambino e da Antonio e Michele Fezza Petrosino: per i tre erano stati sollecitati 9 anni di condanna. I Fezza Petrosino sono stati assolti, per Gambino è rimasta in piedi una sola ipotesi di reato. Assolto anche il presidente della Paganese calcio Raffaele Trapani, su richiesta conforme del pm.
Con questa sentenza Gambino riacquista la libertà. Tra carcere e arresti domiciliari, era detenuto dal luglio 2011. Presto, salvo sorprese, riacquisterà lo scranno in consiglio regionale, ottenuto nel 2010 da recordman salernitano delle preferenze (ben 27.255), tre anni dopo aver rivinto le elezioni a sindaco di Pagani con uno strabiliante 75% dei consensi.
L’inchiesta aveva ipotizzato l’esistenza di un accordo tra un gruppo di influenti politici paganesi, capeggiati dall’ex primo cittadino di Forza Italia, e alcuni personaggi in odore di criminalità organizzata, per spartirsi il controllo politico-territoriale del Comune di Pagani tenuto sotto ‘scacco’ attraverso minacce e ritorsioni di vario tipo.
Gli investigatori sono partiti dalla denuncia con la quale un imprenditore, Amerigo Panico, titolare di un centro commerciale, sosteneva di essere stato vittima di una concussione. Uno spunto poi corroborato dalle dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia. Nel settembre 2012, Panico è stato a sua volta arrestato per bancarotta fraudolenta patrimoniale, con l’accusa di aver distratto beni di valore superiore a un milione di euro.
Nelle 155 pagine del documento si afferma che Gambino deve essere assolto dall’accusa di voto di scambio politico-mafioso perché non esistono prove dell’esistenza del clan ‘Fezza-D’Auria Petrosino’: la documentazione prodotta dalla Procura è stata ritenuta insufficiente e le dichiarazioni degli “incerti pentiti” sono state ritenute “prive di riscontri”.