”Io quando poi inizio a sparare non mi fermo più”: così Salvatore Baldassarre spiegò a un altro affiliato al gruppo degli scissionisti, Carmine Annunziata, il clamoroso errore di persona costato la vita a un innocente. Oggi il presunto killer è stato arrestato dai Carabinieri con l’accusa di aver ucciso con 14 colpi di pistola, in un agguato di camorra, Pasquale Romano, operaio e incensurato di 30 anni. La stessa età del suo carnefice, ritenuto affiliato al clan ‘Abete-Abbinante-Notturno’, bloccato a Marano (Napoli). Era armato di una pistola semiautomatica e in possesso di documenti falsi.
L’agguato – secondo le indagini dei Carabinieri – fu organizzato e messo in atto nell’ambito dei contrasti fra il clan camorristico degli ‘Abete-Abbinante-Notturno’, al quale secondo gli investigatori apparteneva Baldassarre, e il gruppo della cosiddetta ‘Vanella Grass’, per il controllo sulle piazze di spaccio nella zona Nord di Napoli. Pasquale Romano fu ucciso nel quartiere napoletano di Marianella per un “sms” non arrivato in tempo che avrebbe dovuto mandare una donna assoldata dai sicari.
Lino era andato a trovare la sua fidanzata ed era appena uscito dalla palazzina dove abita la ragazza con la sua famiglia. I killer lo scambiarono con la vittima designata e non esitarono a far fuoco uccidendolo con 14 colpi di pistola. La svolta nelle indagini è arrivata il 28 novembre scorso quando Carabinieri e Polizia hanno fermato uno dei presunti assassini, Giovanni Marino. Agli investigatori qualche giorno prima si era però presentata una donna, la zia della fidanzata di un piccolo pregiudicato del quartiere, che avrebbe dovuto mandare un sms ai killer per farli entrare in azione spiegando quanto era accaduto quella sera. – Per il comandante provinciale di Napoli dei Carabinieri, colonnello Marco Minicucci, “l’arresto da parte dei Carabinieri di Napoli di Salvatore Baldassarre, componente del gruppo di fuoco del clan Abete-Abbinante, non potrà colmare il vuoto lasciato dal povero Lino Romano, barbaramente ucciso senza colpe nella sera del 16 ottobre dello scorso anno con 14 colpi di pistola. Ma catturare colui che è indicato quale esecutore materiale di questo efferato delitto – aggiunge Minicucci – è far vincere la giustizia, è sottolineare con i fatti il forte impegno profuso dalla magistratura e dalle forze di Polizia per contrastare l’espansione dei clan, in lotta tra loro”.