Rigore e tenacia i tratti distintivi di Federico Cafiero De Raho, nuovo procuratore capo di Reggio Calabria. De Raho lascia la procura di Napoli, dove era aggiunto e coordinatore del pool anticamorra. La sua nomina da parte del Csm è stata favorita dal ritiro di due “aggiunti” di Reggio impegnati sul fronte anti-‘ndrangheta, Nicola Gratteri e Michele Prestipino.
Carattere all’apparenza schivo, ma sempre disponibile, rigoroso e combattivo, Cafiero de Raho ha firmato inchieste di alto profilo che hanno scompaginato gli assetti criminali del clan più temuto, quello dei Casalesi. Il chiodo fisso di una carriera condotta da sempre in prima linea, nemico dichiarato della mafia casertana fin dagli anni novanta quando entrò nella nascente distrettuale antimafia e capì lentamente i meccanismi del clan più potente. Da allora guerra aperta.
Erano altri tempi, due decenni fa quando a Caserta i Casalesi erano dominio e potere, intoccabili e sconosciuti, nessun libro, nessun film. Silenzio e paura. De Raho aveva intuito l’escalation che era militare, ma soprattutto finanziaria. L’operazione Spartacus apre uno squarcio sul dominio incontrastato di quel clan. Il primo atto di guerra dello stato. Era il 1995, maxi retata contro i vertici dell’organizzazione criminale, tra i firmatari di quella richiesta c’era anche Federico Cafiero De Raho che pronunciò la requisitoria nel dibattimento di primo grado.
Spartacus diventa il maxiprocesso contro i boss casertani e arriva fino in Cassazione con la condanna dei capi storici come Francesco Bidognetti e Francesco Schiavone, meglio noto come ‘Sandokan‘. Vita sotto scorta per De Raho che lascia Napoli dopo aver assicurato, con le forze dell’ordine e il pool di magistrati anticamorra, il gotha criminale alla giustizia. A partire dal 1998 quando fu braccato Schiavone fino all’ultima primula rossa Michele Zagaria, catturato a Casapesenna in un bunker nel 2011. Sopra ad aspettarlo c’era proprio De Raho.
Un successo che il magistrato salutò con il suo stile: “Ora bisogna aggredire i patrimoni, ancor meglio di come abbiamo fatto fino a ora e colpire la rete di insospettabili che lo ha protetto”. Da procuratore aggiunto ha coordinato anche le inchieste sui rapporti tra politica e camorra, le ultime quelle su Nicola Cosentino, ex sottosegretario all’economia. E’ tra i magistrati che ha seguito l’inchiesta per la presunta compravendita di senatori che ha portato, nei giorni scorsi, alla richiesta di giudizio immediato per Silvio Berlusconi. Anche per questo forse la sua nomina ha vissuto un iter tribolato. Ora De Raho arriva a Reggio, dove i veleni, nel recente passato, in procura non sono certo mancati e dove la ‘ndrangheta è intreccio di potere politico e affaristico. De Raho porterà il suo metodo: lavoro e rigore, lontano da riflettori.