Carlo Petrini su diversi giornali da un po’ di tempo mette in luce correttamente il ruolo della politica agricola dell’Unione europea, e la critica pesantemente. Questa politica infatti tutela solo le grandi imprese agricole “industrializzate”, e non quelle marginali ed attente all’ambiente. Inoltre il fiume di sussidi che l’Unione eroga all’agricoltura blocca le esportazioni dei paesi più poveri, a vantaggio degli agricoltori del paesi ricchi. Per l’Italia, si tratta se non sbaglio di circa 6 miliardi all’anno, non noccioline.
Petrini chiede cose giustissime, e su cui fuori d’Italia si insiste da molto tempo, anche perché questi sussidi sono la voce più rilevante delle spese della Ue. Meno male che forse anche in Italia si inizi un dibattito critico su tale politica, dibattito che fino ad ora si è limitato a grandi strilli degli agricoltori e dei media se c’erano rischi di vedere ridurre qualche euro in arrivo per l’Italia (inutile ricordare che son sempre soldi pagati con le nostre tasse, alla fine).
Cioè noi finanziamo una delle nostre infinite lobby, che tra l’altro non si è comportata molto bene (molti i casi di truffe, e la vicenda dell’evasione italiana delle quote latte, con multe connesse, è solo una di quelle più note).
Ma immaginiamo che le polemica di Petrini abbia successo: si tratta di spostare i sussidi verso produttori che hanno due ostacoli da superare per essere competitivi: colture in aree marginali (collinose ecc.) e tecniche di coltivazione più costose (pochi fertilizzanti artificiali ecc.). Quindi per stare sul mercato necessitano probabilmente di una quota rilevante dei fondi disponibili, che comunque si spera siano in diminuzione.
Allora i sussidi all’agricoltura “industriale” sarebbero destinati a ridursi molto. Lo scenario che ne risulterebbe è che moltissime grandi aziende (che inquinano e occupano pochissima gente) non riuscirebbero a sopravvivere.
In questo scenario, molto auspicabile, i problemi del territorio italiano sarebbero destinati a cambiare radicalmente. La “scarsità di suolo” diventerebbe un concetto difficilmente difendibile. E l’ipotesi che questi vasti terreni liberi vengano invasi da case, strade e capannoni (tutti rigorosamente deserti) è chiaramente inverosimile.
Si aprono invece possibilità molto piacevoli: non essendo il suolo scarso, chi vorrà potrà farsi case nel verde, senza strilli di aumentare lo “sprawl” urbano sottraendo terreno all’agricoltura (che non ci sarà). Si potranno realizzare vasti parchi naturali, ripopolandoli di animali selvatici. Ma si potranno anche avere più aree attrezzate per lo sport. Certo, tornando al settore di mia competenza, questa nuova ricchezza territoriale sarà difficile raggiungerla in treno o in autobus, ma non in bicicletta o con automobili a basso impatto ambientale.
Però è meglio risvegliarsi dai sogni: credo che la lobby agricola, in Italia come in Europa, rimanga molto forte, e valga poi una regola generale: i sussidi è facilissimo darli (tutti sono contenti, no?), ma è difficilissimo toglierli.
Marco Ponti
Già ordinario di Economia, Bridges Research Onlus
Ambiente & Veleni - 14 Marzo 2013
Unione europea, difficile togliere i sussidi all’agricoltura
Carlo Petrini su diversi giornali da un po’ di tempo mette in luce correttamente il ruolo della politica agricola dell’Unione europea, e la critica pesantemente. Questa politica infatti tutela solo le grandi imprese agricole “industrializzate”, e non quelle marginali ed attente all’ambiente. Inoltre il fiume di sussidi che l’Unione eroga all’agricoltura blocca le esportazioni dei paesi più poveri, a vantaggio degli agricoltori del paesi ricchi. Per l’Italia, si tratta se non sbaglio di circa 6 miliardi all’anno, non noccioline.
Petrini chiede cose giustissime, e su cui fuori d’Italia si insiste da molto tempo, anche perché questi sussidi sono la voce più rilevante delle spese della Ue. Meno male che forse anche in Italia si inizi un dibattito critico su tale politica, dibattito che fino ad ora si è limitato a grandi strilli degli agricoltori e dei media se c’erano rischi di vedere ridurre qualche euro in arrivo per l’Italia (inutile ricordare che son sempre soldi pagati con le nostre tasse, alla fine).
Cioè noi finanziamo una delle nostre infinite lobby, che tra l’altro non si è comportata molto bene (molti i casi di truffe, e la vicenda dell’evasione italiana delle quote latte, con multe connesse, è solo una di quelle più note).
Ma immaginiamo che le polemica di Petrini abbia successo: si tratta di spostare i sussidi verso produttori che hanno due ostacoli da superare per essere competitivi: colture in aree marginali (collinose ecc.) e tecniche di coltivazione più costose (pochi fertilizzanti artificiali ecc.). Quindi per stare sul mercato necessitano probabilmente di una quota rilevante dei fondi disponibili, che comunque si spera siano in diminuzione.
Allora i sussidi all’agricoltura “industriale” sarebbero destinati a ridursi molto. Lo scenario che ne risulterebbe è che moltissime grandi aziende (che inquinano e occupano pochissima gente) non riuscirebbero a sopravvivere.
In questo scenario, molto auspicabile, i problemi del territorio italiano sarebbero destinati a cambiare radicalmente. La “scarsità di suolo” diventerebbe un concetto difficilmente difendibile. E l’ipotesi che questi vasti terreni liberi vengano invasi da case, strade e capannoni (tutti rigorosamente deserti) è chiaramente inverosimile.
Si aprono invece possibilità molto piacevoli: non essendo il suolo scarso, chi vorrà potrà farsi case nel verde, senza strilli di aumentare lo “sprawl” urbano sottraendo terreno all’agricoltura (che non ci sarà). Si potranno realizzare vasti parchi naturali, ripopolandoli di animali selvatici. Ma si potranno anche avere più aree attrezzate per lo sport. Certo, tornando al settore di mia competenza, questa nuova ricchezza territoriale sarà difficile raggiungerla in treno o in autobus, ma non in bicicletta o con automobili a basso impatto ambientale.
Però è meglio risvegliarsi dai sogni: credo che la lobby agricola, in Italia come in Europa, rimanga molto forte, e valga poi una regola generale: i sussidi è facilissimo darli (tutti sono contenti, no?), ma è difficilissimo toglierli.
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Milano, 18 mar. (Adnkronos) - E' stato arrestato a Cartagena de Indias, in Colombia, il latitante Emanuele Gregorini, destinatario di un'ordinanza di custodia cautelare in carcere nell'inchiesta 'Hydra' della Direzione distrettuale antimafia della Procura di Milano, ritenuto "uno degli esponenti di spicco del sodalizio mafioso quale referente della componente camorrista del cosiddetto sistema mafioso lombardo. Nel corso delle investigazioni - si legge in una nota della Procura - sono emersi collegamenti diretti con soggetti legati alla 'ndrangheta".
Tel Aviv, 18 mar. (Adnkronos) - L'esercito israeliano e lo Shin Bet continuano a colpire obiettivi terroristici di Hamas e della Jihad islamica palestinese nella Striscia di Gaza. Lo rende noto l'Idf, aggiungendo che tra gli obiettivi colpiti nelle ultime ore ci sono cellule terroristiche, basi di lancio, depositi di armi e infrastrutture militari utilizzate dalle organizzazioni terroristiche per pianificare ed eseguire attacchi contro civili israeliani e soldati delle Idf.
Milano, 18 mar. (Adnkronos) - Slitta al prossimo 15 aprile, per il legittimo impedimento di uno degli avvocati, la prima udienza (fissata per il 20 marzo) davanti alla seconda sezione penale del tribunale di Milano del processo che vede imputata la ministra del Turismo Daniela Santanché accusata di falso in bilancio nella vicenda che riguarda i conti di Visibilia Editore, gruppo da lei fondato e da cui ha dismesso le cariche nel 2022, e di recente anche le quote. Davanti alla corte, oltre alla ministra, compariranno anche altri 16 imputati e una società.
Roma, 18 mar. (Adnkronos) - Su dazi, Ucraina, Medio Oriente la linea è la stessa e resta condivisa. Mentre sul ReArm, il Pd ha dovuto trovare una sintesi, raggiunta in una lunghissima mediazione iniziata ieri nel primo pomeriggio e andata avanti fino a questa mattina. Da una parte la linea dura della segretaria Elly Schlein e della maggioranza dem. Dall'altra quella più 'aperturista' sul piano Von der Leyen della minoranza. Il punto 8 della risoluzione è quello in cui si è trovato l'equilibrio tra le anime dem. Una mediazione che fa dire ad Alessandro Alfieri, coordinatore della minoranza, di essere "soddisfatto" mentre arriva a Montecitorio per la riunione congiunta dei gruppi.
Da una parte, infatti, c'è la richiesta di una "radicale revisione" del ReArm, fronte dal quale Schlein non si è mossa. "Il piano ReArmEu, proposto dalla Presidente della Commissione europea Von der Leyen, va nella direzione di favorire soprattutto il riarmo dei 27 Stati membri e va radicalmente cambiato, poiché così come presentato non risponde all’esigenza indifferibile di costruire una vera difesa comune", si legge nelle premesse.
Dall'altra, c'è un giudizio positivo sul Libro bianco della difesa europea, il testo sul cui voto i dem si sono divisi in Europa tra le astensioni della maggioranza e il sì dell'area riformista. Nelle premesse si argomenta: "All’Unione europea serve la difesa comune e non la corsa al riarmo dei singoli Stati. La Commissione europea sta preparando il Libro bianco sul futuro della difesa europea che rappresenta l’avvio di un percorso di discussione per la costruzione di una difesa comune".
Quindi il punto 8 della risoluzione in cui il Pd chiede al governo di "promuovere, nel corso del negoziato che si aprirà dopo la presentazione del Libro bianco sulla difesa europea e i suoi strumenti, tutti gli elementi che puntano a una governance democratica chiara del settore, agli investimenti comuni necessari per realizzare l’autonomia strategica e colmare i deficit alla sicurezza europea, al coordinamento e all’integrazione della capacità industriali europee e dei comandi militari, all’interoperabilità dei sistemi di difesa verso un esercito comune europeo".
Ed insieme di "promuovere, pertanto, una radicale revisione del piano di riarmo proposto dalla Presidente Von der Leyen, sulla base delle critiche e delle proposte avanzate in premessa, al fine di assicurare investimenti comuni effettivi non a detrimento delle priorità sociali di sviluppo e coesione, e di condizionare tutte le spese e gli strumenti europei alla pianificazione, lo sviluppo, l’acquisizione e la gestione di capacità comuni per realizzare un’unione della difesa".
Londra, 18 mar. (Adnkronos) - Re Carlo e la regina Camilla festeggiano quest'anno 20 anni di matrimonio - il 9 aprile, mentre saranno in Italia - ma, nonostante questo, sembra che trascorrano "molto tempo separati". Anzi, forse il segreto della loro felicità come coppia è dovuto proprio al fatto che ciascuno dei due sta per conto proprio nei fine settimana. Camilla si ritira nella sua amata e "disordinata" casa di campagna nel Wiltshire senza Charles ogni weekend, secondo Ingrid Seward, caporedattrice della rivista Majesty, che ha dichiarato che "in realtà i sovrani trascorrono parecchio tempo separati. La casa di Ray Mill è, se vogliamo, per Camilla una sorta di liberazione dalla vita reale. Prima di sposare Charles, fece un patto con lui: avrebbe tenuto quella casa come rifugio".
"Va ogni fine settimana, quando può, e ci va anche d'estate per trascorrere un po' di tempo con i suoi nipoti e i suoi figli, ed è qualcosa che la allontana dall'intero mondo reale e dove va soprattutto per rilassarsi - racconta l'esperta reale - Molto spesso non va a Highgrove a meno che lei e Charles non abbiano altri impegni. Si tratta di allontanarsi dalle restrizioni dovute alla sicurezza ed essere circondati da personale e persone che fanno cose per te, il che, ovviamente, sarebbe meraviglioso per tutti noi. Penso che nel suo caso abbia bisogno di un posto dove potersi effettivamente rilassare ed essere semplicemente se stessa, e andare in giro con jeans sporchi, se vuole, senza essere costantemente controllata".
Una fonte ha dichiarato all'Express che Camilla "al Ray Mill può sedersi con un grande G&T, togliersi le scarpe e guardare Coronation Street, che Charles detesta". Il re, invece, quando è libero nei weekend, si reca spesso a Highgrove o a Sandringham, mentre durante la settimana i due risiedono insieme a Clarence House. Della residenza di campagna di Camilla nel Wiltshire si è parlato la scorsa settimana, quando si è saputo che il re ha acquistato una casa confinante, che sarebbe stata adibita a sede per matrimoni, pagandola 3 milioni di sterline per proteggere la privacy della moglie.
Roma, 18 mar. (Adnkronos) - Il governo si impegni "a sostenere il riconoscimento dello Stato di Palestina, nel rispetto del diritto alla sicurezza dello Stato di Israele, per preservare la realizzazione dell’obiettivo di 'due popoli, due Stati'". E' quanto si legge nella risoluzione Pd sulle comunicazioni della premier Giorgia Meloni in vista del Consiglio europeo.
Inoltre, si chiede di "sostenere il piano arabo per la ricostruzione della Striscia di Gaza ed ogni iniziativa diplomatica volta ad assicurare il rispetto della tregua e un reale rilancio del processo di pace: per la liberazione degli ostaggi israeliani ancora nelle mani di Hamas, per la protezione dei civili e per la fine delle violenze nei territori palestinesi occupati, per il rispetto della tregua in Libano e per scongiurare il rischio di futuri attacchi da parte di Hezbollah e Iran, nonché le violazioni del diritto internazionale da parte di Israele e, infine, affinché siano rispettate le risoluzioni delle Nazioni Unite".
Roma, 18 mar. (Adnkronos) - Il Pd chiede al governo di "ribadire la ferma contrarietà all'utilizzo dei Fondi di coesione europei per il finanziamento e l'aumento delle spese militari". E' quanto si legge nella risoluzione dem sulle comunicazioni della premier Giorgia Meloni in vista del Consiglio europeo.