L'orazione civile del montanaro Wolf Bukoswky al Circolo Vizioso di Bologna: "Il Pci e interi paesi negli ottanta si opposero. Poi in nome dello sviluppismo fanatico il partito trasformato cambiò idea. E ora rimane solo la montagna che frana sulle case"
Era il 2006 e Pierluigi Bersani, a proposito di grandi opere, diceva entusiasta: ”Non possiamo dire sempre e solo di no. Si è fatto tanto baccano sulla Val di Susa, ma tra Firenze e Bologna stanno facendo un traforo gigantesco, roba da James Bond. Ed è stato il governo dell’Ulivo a renderlo possibile, ottenendo l’assenso di decine di sindaci”. Ci sono anche queste parole dell’attuale leader Pd nel reading teatrale che giovedì 14 marzo verrà presentato al Circolo Vizioso in via Nosadella a Bologna.
Il titolo, parafrasando uno storico film di Stanley Kubrick, è significativo: La Variante di Valico, ovvero come il Partito ha imparato ad amare la Grande Opera. Il Partito in questione è il Pci e tutti i suoi eredi dal Pds al Pd. Quella scritta da Wolf Bukowsky , accompagnata dalle foto nei cantieri di Giuditta Pellegrini, è un’orazione civile che ricostruisce attraverso parole, musica e immagini la genesi del raddoppio autostradale di 65 chilometri, partito con la progettazione nel 1984 e ancora oggi in costruzione con i suoi problemi di inquinamento e frane sull’appennino tosco-emiliano.
Il testo di Bukowsky, 42 anni, tedesco per linea paterna e cresciuto nella montagna bolognese, è una minuziosa ricostruzione storica di una Grande opera che costa miliardi di euro ai cittadini, che la pagano coi pedaggi autostradali ai caselli. ”Il mio lavoro parte dal racconto dell’opposizione interna che si creò nel Pci bolognese tra il 1985 e il 1991”, spiega al Fatto quotidiano l’autore. “Mentre infatti a livello nazionale il Partito comunista di Berlinguer (e poi di Natta e Occhetto) parlava di sviluppo delle ferrovie e di stop all’asfalto, la rossa Regione Emilia Romagna aderiva supinamente alla Variante di valico targata Iri”.
“Dal 1985 la base comunista nell’Appennino, ma anche a Bologna, insorge a questa scelta dei vertici regionali. Il testo di Boukowsky che presto diventerà anche una pubblicazione, racconta la ribellione: Fuori c’è un altro Pci. Fuori dalle stanze del potere ci sono altri comunisti, ci sono militanti e amministratori locali comunisti decisi a praticare la coerenza tra programma politico e scelte concrete. A opporsi per primi sono i comuni a maggioranza Pci: Il consiglio comunale di Sasso Marconi, in cui il Partito è maggioranza assoluta, gli risponde immediatamente esprimendo ‘la propria opposizione alla costruzione di una nuova autostrada”.
Ma nei 20 anni che vanno dal 1984 all’inizio degli scavi, la linea del Partito non cambia. Anzi, i sindaci comunisti dei paesi che si erano opposti escono tutti di scena: “Dal 1991 a dire no rimangono in pochi. Eppure, nonostante la strada politicamente spianata, l’opera parte solo nel 2003. Nella vulgata, soprattutto qui da me in montagna, – spiega Bukowsky – si dice che i lavori tardavano perché gli ambientalisti vi si opponevano. In realtà il motivo del ritardo è che volevano fare una cosa dai costi enormi”.
Già, i costi. La Variante di valico di Bukowsky li elenca tutti: “Il finanziamento statale è di 196 milioni di euro… il restante 95 % viene finanziato con aumenti dei pedaggi, ma soprattutto con l’allungamento di vent’anni della concessione di gestione autostradale. Il che significa che Autostrade per l’Italia di Benetton potrà incassare i pedaggi delle tratte che gestisce per conto di Anas e quindi dello Stato non più fino al 2018, ma fino al 2038″.
Una Grande opera, spiega Bukowsky, che ora rischia di essere inutile: ”Abbiamo superato il periodo di picco del traffico su gomma nel 2003-2004, senza la Variante di valico. Ora avremo l’opera, ma nel frattempo la crisi economica ha tagliato i volumi di traffico. Se si fosse fatta una cosa più piccola subito sarebbe stato più saggio e utile”, spiega.
Il reading si conclude con un riferimento alla vicenda di Ripoli e alla frana riattivata dagli scavi di un pezzo della Variante: “Nel 2012 lo scavo della galleria Val di Sambro… del traforo da James Bond come lo chiama Bersani, rimette in movimento una frana storica, e questa frana minaccia la frazione di Ripoli ma anche l’Autosole”. Un paradosso con cui Boukowsky concluderà la sua lettura: “La dismisura che travolge la misura, lo sviluppismo fanatico che minaccia le conquiste dello sviluppo che c’è stato davvero, insomma la Variante di Valico che danneggia l’Autosole non avremmo neppure osato immaginarcela”.