Dalla struttura erano spariti volumi preziosi. Tre di questi erano stati regalati da Massimo De Caro al senatore del Pdl Marcello Dell'Utri che per per questo è indagato per peculato. Il politico, interrogato dai pm di Napoli, ha risposto che non conosceva la provenienza dei volumi
Dalla biblioteca Girolamini di Napoli furono rubati 1500 volumi, alcuni preziosissimi. E oggi l’ex direttore della struttura saccheggiata, Marino Massimo De Caro, è stato condannato a 7 anni di reclusione e all’interdizione perpetua dai pubblici uffici al termine del processo con rito abbreviato per la sottrazione di centinaia volumi. Nell’inchiesta, che si è sviluppata in più tranche, è indagato anche il senatore Pdl Marcello Dell’Utri, bibliofilo, cui il responsabile della biblioteca aveva regalo alcuni dei tomi. Dell’Utri, interrogato lo scorso febbraio, aveva confermato di aver ricevuto i libri – tra cui una copia dell'”Utopia” di Tommaso Moro, da De Caro ma senza conoscere la provenienza. Dell’Utri ha già restituito due libri e all’appello mancherebbe anche l’esemplare più prezioso perché il politico avrebbe detto di non essere riuscito a ritrovarlo, dal momento che ha dovuto in parte smantellare, per mancanza di fondi, la biblioteca che possedeva a Milano e nella quale presumibilmente l’opera si trovava. Nel registro degli indagati c’era finita anche Maria Grazia Cerone, collaboratrice del senatore Marcello Dell’Utri.
Il senatore, accusato di peculato, era già stato convocato una prima volta dai pm nei mesi scorsi, ma in quella circostanza si era avvalso della facoltà di non rispondere. La spoliazione della storica biblioteca napoletana aveva portato in carcere cinque “topi di biblioteca” arrestati dai carabinieri per la tutela del patrimonio artistico proprio per il furto di antichi volumi e manoscritti custoditi nella biblioteca. In carcere era finito proprio De Caro, direttore fino al 19 aprile 2012 quando aveva annunciato la sua autosospensione dall’incarico dopo il sequestro della struttura. Gli investigatori dell’Arma avevano ricostruito nei dettagli i meccanismi attraverso i quali la biblioteca veniva depredata e attraverso quali canali i libri finivano in importanti librerie antiquarie.
Lo scorso 29 gennaio i carabinieri avevano effettuato una seconda tranche di arresti per la spoliazione della biblioteca con l’accusa è associazione a delinquere finalizzata al peculato, alla falsificazione ed alla ricettazione di migliaia di volumi antichi. La scomparsa dei libri fu messa in relazione con la discussa nomina dell’allora neo-direttore della biblioteca De Caro, già consigliere del Ministro per i Beni e le Attività culturali. Vennero subito avviati i contatti con l’Interpol tedesca, per bloccare i libri in procinto di essere venduti presso una casa d’aste di Monaco di Baviera.
Per De Caro l’accusa aveva chiesto dieci anni. Il giudice ha condannato anche gli altri cinque imputati: cinque anni e quattro mesi e interdizione perpetua dai pubblici uffici per Viktoriya Pavlovsky; quattro anni e otto mesi e interdizione per cinque anni dai pubblici uffici per Alejandro Cabello e Mirko Camuri; due anni e otto mesi per Paola Lorena Weigandt e Federico Roncoletti. I sei sono stati riconosciuti colpevoli di peculato. Il 26 marzo prossimo comincerà l’udienza preliminare al termine della quale il gip deciderà sul rinvio a giudizio di De Caro e altri 13 imputati per il reato di associazione a delinquere. Il gip Egle Pilla ha stabilito una provvisionale di 10mila euro al Comune di Napoli, che si è costituito parte civile.